Rotta la tregua di fatto tra Hamas e Israele: raid israeliano dopo un lancio di razzi
palestinese
Infranta in Medio Oriente la tregua di fatto tra Israele ed Hamas, il gruppo radicale
palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Il nostro servizio:
L’ennesimo
lancio di razzi Qassam da parte di estremisti palestinesi verso la città israeliana
di Sderot è stata l’ennesima scintilla. Questo attacco ha poi innescato la reazione
dell’aviazione dello Stato ebraico, che ha condotto un raid nella Striscia di Gaza.
Fortunatamente, il lancio di razzi contro Israele e l’incursione dei caccia israeliani
nei Territori palestinesi non hanno provocato vittime. Ma non mancano gravi conseguenze,
tra cui la rottura della tregua di fatto, in vigore dall’8 marzo. A questa ennesima,
grave incrinatura nel processo di pace si aggiungono anche segnali allarmanti. Su
un versante, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, torna a
parlare “di diritto alla resistenza”. Sull’altro, il ministro della Difesa israeliano,
Ehud Barak, ha raggiunto la postazione avanzata dell’esercito ai confini con la Striscia
di Gaza. Diversi gruppi fondamentalisti palestinesi hanno poi rivendicato l’ultimo
lancio di razzi verso il sud di Israele. Hanno anche precisato che si tratta di una
risposta al blitz compiuto ieri a Betlemme da unità speciali israeliane. L’operazione
aveva provocato la morte di quattro palestinesi. Secondo diverse fonti, una delle
vittime era il mandante della strage avvenuta sabato nella scuola rabbinica a Gerusalemme
e costata la vita ad 8 persone.
Invito della Siria
al Libano La Siria ha invitato il Libano a partecipare al vertice della Lega
araba, in programma a Damasco il 29 ed il 30 marzo. L’invito è stato consegnato ad
un esponente dell’opposizione libanese guidata dal movimento sciita Hezbollah, appoggiato
da Siria e Iran.
Scioglimento del parlamento serbo Il presidente
della Serbia, Boris Tadic, ha sciolto il parlamento e indetto le elezioni legislative
anticipate per il prossimo 11 maggio. Il voto anticipato - ha detto Tadic - è “una
via democratica per consentire ai cittadini di dire come la Serbia dovrà svilupparsi”
nei prossimi anni. Secondo diversi osservatori, questo provvedimento segna, dopo le
dimissioni del premier Kostunica, un punto di non ritorno nella crisi di governo,
divisosi sull’indipendenza del Kosovo. Le divergenze riguardano, in particolare, i
rapporti con l’Unione Europea dopo la secessione della provincia, già riconosciuta
da molti Stati europei.
Scontri in Afghanistan In Afghanistan, almeno
41 militanti talebani sarebbero rimasti uccisi in seguito ad un raid aereo compiuto
da forze alleate. Lo riferisce un’emittente televisiva pakistana aggiungendo che l’operazione
è stata condotta nella turbolenta provincia meridionale di Helmand. A Kabul, poi,
almeno sei civili afgani sono rimasti uccisi in seguito all'attacco di un kamikaze,
che a bordo di un’autobomba si è lanciato contro un convoglio di soldati statunitensi,
in prossimità dell’aeroporto.
Violenze in Iraq In Iraq, una bambina
irachena di 10 anni che “apparentemente stava segnalando a qualcuno” l’arrivo del
convoglio di militari americani, è stata uccisa per errore con un colpo di arma da
fuoco nella provincia di Diyala, a nord di Baghdad. Lo rende noto il Comando militare
americano, precisando che sull’incidente verrà aperta un’inchiesta. Nel sud del Paese
arabo, intanto, sono rimasti uccisi ieri tre militari statunitensi durante violenti
scontri tra truppe americane e ribelli.
Il Pentagono esclude legami tra
Saddam Hussein ed Al Qaeda Il Pentagono smonta una delle ragioni che avevano
spinto il presidente statunitense, Geroge W. Bush, all’invasione dell’Iraq: secondo
il ministero della Difesa americano, non c’è alcuna prova del legame tra l’ex presidente
iracheno, Saddam Hussein, e la rete terroristica di Al Qaeda. Questo convincimento,
già espresso da esperti civili, è stato ora confermato anche dall’establishment
militare statunitense in uno studio che ha preso in esame oltre 600 mila documenti
ufficiali iracheni, confiscati dopo l’invasione del 2003.
Dimissioni del
governatore dello Stato di New York Negli Stati Uniti, il governatore dello
Stato di New York, Eliot Spitzer, presentando le proprie dimissioni in seguito ad
uno scandalo a sfondo sessuale, ha dichiarato, con la moglie al suo fianco, di provare
un “profondo rimorso”. Ha detto di aver sempre insistito “sul fatto che le persone
devono assumersi ogni responsabilità per i loro comportamenti”. Ha quindi aggiunto
di non poter esonerare se stesso da questa regola. Spitzer sarà sostituito da David
Paterson, cieco dalla nascita e primo governatore afroamericano.
Si dimette
una collaboratrice di Hillary Clinton Negli Stati Uniti si è dimessa anche
Geraldine Ferraro, una dei responsabili della raccolta fondi per la candidatura di
Hillary Clinton. La decisione è arrivata dopo le polemiche seguite ad una sua dichiarazione
molto critica nei confronti di Barack Obama. Riferendosi al leggero vantaggio di Obama
nella corsa alla nomination democratica, la Ferraro aveva detto che se fosse
stato bianco non avrebbe ottenuto lo stesso risultato.
Reazione della Cina
al rapporto americano sui diritti umani La Cina respinge le critiche degli
Stati Uniti sulle violazioni dei diritti umani, contenute nel rapporto pubblicato
dal Dipartimento di Stato. Il governo di Pechino assicura anche che procede senza
intoppi la fase di preparazione delle Olimpiadi in programma ad agosto. Nel rapporto,
la Cina non figura tra i primi dieci Stati ritenuti responsabili di gravi violazioni.
E’ inserita invece tra i Paesi autoritari in piena riforma economica che hanno vissuto
cambiamenti sociali rapidi.
Proteste in Tibet La pubblicazione del
rapporto sui diritti umani è coincisa con la notizia di una nuova manifestazione a
Lhasa, in Tibet. In India, intanto, la polizia ha bloccato la marcia di un gruppo
di rifugiati tibetani che protestavano contro le Olimpiadi di Pechino. Sono stati
fermati oltre cento manifestanti. Il Dalai Lama, che non aveva dato il proprio consenso
a questa iniziativa, ha sempre difeso il diritto della Cina ad ospitare i Giochi olimpici.
Negoziati
della Croazia per l'adesione all'UE I negoziati per l’adesione della Croazia
all’Unione Europea potranno chiudersi entro il 2009. Lo ha detto il presidente della
Commissione Europea. Il premier croato, Ivo Sanader, dopo l’incontro con Josè Manuel
Barroso, ha sottolineato che “la controversia sulla questione della zona di pesca
à ormai risolta”. Adesso si prevede un’accelerazione nei negoziati.
Nuove
tensioni tra Ciad e Sudan Il governo del Ciad ha accusato il Sudan di aver
inviato ribelli nel suo territorio. I guerriglieri, che si ritiene abbiano le loro
basi in Sudan, hanno più volte tentato di rovesciare il presidente ciadiano Idriss
Deby. I due Paesi, che oggi dovrebbero siglare un nuovo accordo di pace in Senegal,
si accusano a vicenda da anni di sostenere le rispettive ribellioni.
Ergastolo
ad un sacerdote rwandese Il Tribunale penale internazionale per il Rwanda (TPIR),
con sede ad Arusha in Tanzania, ha condannato all'ergastolo il sacerdote rwandese,
Athanase Seromba, sotto l’accusa di aver partecipato al genocidio in Rwanda nel 1994.
La richiesta della condanna all'ergastolo non venne accolta, nel dicembre del 2006,
dalla Corte di primo grado del TPIR, che sentenziò invece la condanna a 15 anni di
carcere. La richiesta d'ergastolo è stata invece accolta ieri dalla Corte d'appello
del TPIR. Padre Seromba, che ha 45 anni e si è sempre proclamato innocente, è stato
accusato di aver partecipato attivamente, nell’aprile del 1994, al massacro di circa
1.500 tutsi che si erano rifugiati nella chiesa parrocchiale di Nyange. Nei mesi successivi
al genocidio, il sacerdote aveva lasciato il Paese per poi consegnarsi spontaneamente
ai magistrati del TPIR nel 2002. Nel genocidio rwandese sono state uccise, secondo
stime prevalenti, tra le 500 e le 800 mila persone di etnia sia tutsi che hutu. (Panoramica
internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 73 E'
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