2008-03-13 15:36:46

Presentato il Rapporto 2008 dell'Osservatorio romano sull'immigrazione


Sono circa 500 mila gli immigrati regolari presenti nel Lazio e il loro contributo alla vita sociale ed economica è forte. Ciò nonostante, sono solo poco più di 330 mila quelli registrati all’anagrafe, quindi con una condizione stabile, segno, nella maggior parte dei casi, che ancora non godono di un lavoro certo o di una residenza definitiva. I dati, presentati stamani nella capitale nel quadro del Rapporto 2008 dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, promosso dalla Caritas di Roma, con la Camera di Commercio, il comune e la provincia, mettono in luce una realtà in forte evoluzione. Si tratta soprattutto di giovani lavoratori - quasi l’80 per cento ha meno di 45 anni – impiegati principalmente in piccole aziende. Molti di loro sono attivi nel settore domestico, mentre cala il numero di chi è impiegato nelle costruzioni. E crescono anche le imprese con titolare straniero – quasi il 4 per cento degli imprenditori laziali – segno che l’integrazione sta crescendo. Inoltre, più dell’86 per cento degli immigrati si concentra nella provincia di Roma, una tendenza che è andata crescendo sensibilmente nel corso di questi ultimi anni, e circa la metà arriva da Paesi europei, quasi il 23 per cento dal continente asiatico. Troppe però ancora le situazioni di disagio. Secondo il rapporto diffuso oggi, nei primi quattro mesi del 2006, in 16 Caritas della regione sono state accolte quasi 3600 persone in difficoltà, più dei due terzi donne e stranieri. Per mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas Romana, “bisogna considerare l’immigrato come persona da accogliere e non solo come forza lavoro. Non si può pensare che per otto ore al giorno sia presente in un’azienda e poi sparisca dal tessuto sociale. Come capitale, siamo chiamati ad anticipare il futuro promuovendo la convivenza”. Il vicepresidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, fa notare comunque come “gli stranieri si caratterizzino sempre di più per un’occupazione stabile e duratura, dunque non lavori ‘mordi e fuggi’ legati alla stagione”. (A cura di Alessandro Guarasci)RealAudioMP3







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