“Lavoriamo per un sorriso”: l’impegno di un’associazione di Vicenza nella cura
delle malformazioni del palato e del viso dei neonati
La nascita di un figlio con malformazioni del palato o del viso non deve essere considerata
una disgrazia, giacché si tratta di una patologia che oggi può essere curata con ottimi
risultati: è questo il messaggio su cui è impegnata l’Associazione “Lavoriamo per
un Sorriso” che opera presso il Centro per la Cura della malformazioni maxillo-facciali
di Vicenza. Ce ne parla Alessandro Gisotti:
Labiopalatoschisi:
una parola difficile per descrivere una malformazione del palato e delle labbra. Un
problema, ma non una disgrazia. Ecco la testimonianza del dott.Ugo Baciliero, chirurgo maxillo-facciale impegnato con l’Associazione
“Lavoriamo per un Sorriso”:
R. - Un bambino con problemi
di questo tipo nasce ogni 500-600 parti. E’ una malformazione che si instaura nelle
prime settimane di gravidanza e che può essere diagnosticata già nei primissimi mesi
della gravidanza stessa. Da che cos’è caratterizzata? E’ caratterizzata da una mancata
fusione di alcuni componenti del volto. Detto questo, l’aspetto più importante è che
con le tecniche di oggi si possono ottenere a risultati senz’altro soddisfacenti,
da un punto di vista estetico che da un punto di vista funzionale. A fronte di un
miglioramento delle tecniche diagnostiche prenatali, dovrebbe o deve corrispondere
un altrettanto significativo sviluppo dell’informazione per le madri, per i genitori.
L’informazione è l’elemento principale - e in particolare- per un tipo di malformazione
come questa - perché la spiegazione ai genitori di tutte le problematiche è generalmente
un elemento di estrema importanza e di estremo aiuto per affrontare le fasi successive,
sia della gravidanza sia dopo la nascita dei vari passaggi operatori.
L’informazione,
dunque, è proprio ciò che spesso manca quando i genitori si trovano ad affrontare
queste situazioni difficili. D’altro canto, nel Regno Unito si sono verificati casi
di aborto dopo che era stato diagnosticato al feto un semplice labbro leporino. Proprio
per sconfiggere l’ignoranza e aiutare le famiglie e i bambini è nata l’associazione
“Lavoriamo per un Sorriso” (www.lavoriamoperunsorriso.it). La
riflessione del presidente del sodalizio, il dott. Sergio Terzo:
R.
- Fondamentalmente, si è visto che a fianco di una importante e molto spesso risolutiva
capacità medica, non esistevano altrettanto significative esperienze di aiuto alle
famiglie, che si trovavano disorientate e assolutamente poco informate. Si è ravvisata
allora la necessità di costituire questa Associazione. Forniamo anche assistenza per
certi versi psicologica, perché rispondiamo alle telefonate, abbiamo un forum dove
le mamme, in particolare, si rivolgono per chiedere anche informazioni spicciole per
quanto riguarda quale biberon utilizzare, su alcuni timori magari legati ad abitudini,
comportamenti... Si pensa, in maniera errata, che i bambini affetti da labiopalatoschisi
non possano condurre una vita normale, mentre la realtà testimonia che, se adeguatamente
seguiti, possono avere una vita al pari di tutti gli altri.