INDIA Dalit cristiani delusi dall’ennesimo rinvio dell’abolizione delle discriminazioni
nei loro confronti
NEW DELHI, 9 mar 08 - Ancora un rinvio per la soluzione dell’annosa questione
delle discriminazioni nei confronti dei Dalit cristiani e musulmani in India, esclusi
dai diritti costituzionali riconosciuti ai Fuoricasta di altre religioni. Dopo l’intervento
della Corte Suprema e il parere a favore della loro abolizione espresso in questi
mesi da diverse commissioni governative, l’Esecutivo ha deciso di sottoporre il caso
ad un’altra ennesima commissione. Dura la reazione di John Dayal presidente dell’AICU,
l’Unione Cattolica Indiana, nonché membro della Commissione nazionale per l’integrazione.
Questa decisione - afferma in una dichiarazione a nome di tutta la comunità cristiana
in India - è “uno scherzo crudele ai danni dei Dalit cristiani che da sei decenni
chiedono pacificamente il riconoscimento dei diritti costituzionali riconosciuti a
quelli di altre religioni”. “Il vero problema a questo punto – aggiunge - è la volontà
politica del governo”. La Costituzione indiana prevede per gli ex Intoccabili,
le cosiddette Scheduled Castes, quote a scuola e negli impieghi pubblici, analogamente
al sistema dell’affirmative action a favore degli afro-americani negli Stati Uniti.
Questi vantaggi, limitati da una legge del 1950 ai Dalit indù, sono stati successivamente
estesi a quelli di religione buddista o sikh, ma non ai Dalit convertiti al Cristianesimo
o all’Islam. La questione è stata nuovamente sollevata durante la recente plenaria
dei vescovi indiani che hanno presentato un memorandum al Primo Ministro Manmohan
Singh. Contro il riconoscimento dei diritti dei Dalit cristiani e musulmani è sempre
stato il partito nazionalista Bharatiya Janata (BJP). (Sarnews – ZENGARINI)