2008-03-10 20:04:41

INDIA Dalit cristiani delusi dall’ennesimo rinvio dell’abolizione delle discriminazioni nei loro confronti



NEW DELHI, 9 mar 08 - Ancora un rinvio per la soluzione dell’annosa questione delle discriminazioni nei confronti dei Dalit cristiani e musulmani in India, esclusi dai diritti costituzionali riconosciuti ai Fuoricasta di altre religioni. Dopo l’intervento della Corte Suprema e il parere a favore della loro abolizione espresso in questi mesi da diverse commissioni governative, l’Esecutivo ha deciso di sottoporre il caso ad un’altra ennesima commissione. Dura la reazione di John Dayal presidente dell’AICU, l’Unione Cattolica Indiana, nonché membro della Commissione nazionale per l’integrazione. Questa decisione - afferma in una dichiarazione a nome di tutta la comunità cristiana in India - è “uno scherzo crudele ai danni dei Dalit cristiani che da sei decenni chiedono pacificamente il riconoscimento dei diritti costituzionali riconosciuti a quelli di altre religioni”. “Il vero problema a questo punto – aggiunge - è la volontà politica del governo”.
La Costituzione indiana prevede per gli ex Intoccabili, le cosiddette Scheduled Castes, quote a scuola e negli impieghi pubblici, analogamente al sistema dell’affirmative action a favore degli afro-americani negli Stati Uniti. Questi vantaggi, limitati da una legge del 1950 ai Dalit indù, sono stati successivamente estesi a quelli di religione buddista o sikh, ma non ai Dalit convertiti al Cristianesimo o all’Islam. La questione è stata nuovamente sollevata durante la recente plenaria dei vescovi indiani che hanno presentato un memorandum al Primo Ministro Manmohan Singh. Contro il riconoscimento dei diritti dei Dalit cristiani e musulmani è sempre stato il partito nazionalista Bharatiya Janata (BJP).
(Sarnews – ZENGARINI)








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