Al Santuario abruzzese di San Gabriele dell'Addolorata, il pellegrinaggio dei giovani
italiani "a 100 giorni dagli esami di maturità". La testimonianza di padre Francesco
Biagioli
La gioia e la preghiera nel volto di oltre 12 mila ragazzi provenienti da ogni parte
d’Italia. E’ l’istantanea del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a Teramo,
dove oggi si sta svolgendo la giornata di ritiro dal titolo “a 100 giorni dagli esami
di maturità”. Al centro della mattinata, due celebrazioni eucaristiche con il Sacramento
della Riconciliazione e la “benedizione delle penne”. L’iniziativa, che si ripete
da 28 anni, spiega padre Francesco Biagioli tra i responsabili dell’animazione
giovanile, è voluta dai ragazzi che cercano la vicinanza di Gesù. L’intervista è di
Massimiliano Menichetti.
R. -
L’iniziativa non è tanto organizzata da noi, ma è un’azione spontanea da parte dei
giovani. Vengono qui, pregano, proprio per passare una giornata in cui si rimettono
nelle mani del Signore, vivono una giornata nella festa, nella gioia, che è un po’
la caratteristica anche di San Gabriele.
D. - Chi
è San Gabriele? Perchè attrae così tanto i giovani?
R.
- San Gabriele è un giovane morto a 24 anni, un ragazzo semplicissimo, che nelle piccole
cose di ogni giorno si è santificato. Forse questo richiama anche l’attenzione dei
ragazzi. E poi, lo stesso Giovanni Paolo II, quando venne qui nell 1985, lo definì
proprio il Santo della gioia e del sorriso e lo affidò come protettore dei giovani
cattolici italiani. Quindi, insieme a San Luigi Gonzaga è compatrono, protettore della
gioventù cattolica italiana.
D. - Cento giorni dagli
esami di maturità, la preparazione alla Pasqua. Come nasce questa volontà dei giovani
di venire al Santuario?
R. - Vengono perchè sentono
veramente il bisogno nella loro vita, al di là dell’esame di Stato, di affrontare
proprio l’esame della vita. Capire cosa vuol dire fare delle scelte, cosa vuol dire
vivere nella testimonianza, nell’essere cristiani. Questo è lo slancio nel cuore dei
giovani, soprattutto la bellezza dello stare con Dio.
D.
- Quali sono i contenuti forti del raduno di quest’anno?
R.
- Non aver paura di guardare Cristo crocifisso, richiamo di quel dono d’amore che
Gesù ha fatto. Quindi, imparare ad amare come Gesù ha fatto, imparare ad essere nella
carità come Gesù ha fatto, ripercorrere questa strada perchè l’unica valida. Questo
è il messaggio forte che vogliamo lanciare nel cuore dei ragazzi.
D.
- Un momento particolare, molto sentito dai ragazzi, è quello della benedizione delle
penne...
R. - Certamente non sarà - questo lo diciamo
- la benedizione della penna ad aiutarli ad affrontare l’esame. Però, è un modo per
ricevere la benedizione di Dio, anche sullo strumento - la penna - che useranno per
realizzare questo esame della maturità.
D. - Anche
quest’anno, oltre diecimila ragazzi sono venuti al Santuario, cosa genera in loro
l’incontro con Cristo?
R. - Scuote il loro cuore,
li invoglia ad affacciarsi ad una realtà che a volte possono sentire lontana.
D.
- Quindi, un incontro che comunque porteranno nel proprio cuore...
R.
- Sì, questo sicuramente. Noi abbiamo i giovani che poi negli anni ritornano e portano
nel cuore quest’esperienza, che li accompagnerà, ma soprattutto li aiuterà in determinati
momenti e nelle scelte della loro vita a guardare al Signore e a ripensare a quello
che hanno vissuto.