2008-03-10 14:39:15

Al Santuario abruzzese di San Gabriele dell'Addolorata, il pellegrinaggio dei giovani italiani "a 100 giorni dagli esami di maturità". La testimonianza di padre Francesco Biagioli


La gioia e la preghiera nel volto di oltre 12 mila ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia. E’ l’istantanea del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a Teramo, dove oggi si sta svolgendo la giornata di ritiro dal titolo “a 100 giorni dagli esami di maturità”. Al centro della mattinata, due celebrazioni eucaristiche con il Sacramento della Riconciliazione e la “benedizione delle penne”. L’iniziativa, che si ripete da 28 anni, spiega padre Francesco Biagioli tra i responsabili dell’animazione giovanile, è voluta dai ragazzi che cercano la vicinanza di Gesù. L’intervista è di Massimiliano Menichetti.RealAudioMP3


R. - L’iniziativa non è tanto organizzata da noi, ma è un’azione spontanea da parte dei giovani. Vengono qui, pregano, proprio per passare una giornata in cui si rimettono nelle mani del Signore, vivono una giornata nella festa, nella gioia, che è un po’ la caratteristica anche di San Gabriele.

 
D. - Chi è San Gabriele? Perchè attrae così tanto i giovani?

 
R. - San Gabriele è un giovane morto a 24 anni, un ragazzo semplicissimo, che nelle piccole cose di ogni giorno si è santificato. Forse questo richiama anche l’attenzione dei ragazzi. E poi, lo stesso Giovanni Paolo II, quando venne qui nell 1985, lo definì proprio il Santo della gioia e del sorriso e lo affidò come protettore dei giovani cattolici italiani. Quindi, insieme a San Luigi Gonzaga è compatrono, protettore della gioventù cattolica italiana.

 
D. - Cento giorni dagli esami di maturità, la preparazione alla Pasqua. Come nasce questa volontà dei giovani di venire al Santuario?

 
R. - Vengono perchè sentono veramente il bisogno nella loro vita, al di là dell’esame di Stato, di affrontare proprio l’esame della vita. Capire cosa vuol dire fare delle scelte, cosa vuol dire vivere nella testimonianza, nell’essere cristiani. Questo è lo slancio nel cuore dei giovani, soprattutto la bellezza dello stare con Dio.

 
D. - Quali sono i contenuti forti del raduno di quest’anno?

 
R. - Non aver paura di guardare Cristo crocifisso, richiamo di quel dono d’amore che Gesù ha fatto. Quindi, imparare ad amare come Gesù ha fatto, imparare ad essere nella carità come Gesù ha fatto, ripercorrere questa strada perchè l’unica valida. Questo è il messaggio forte che vogliamo lanciare nel cuore dei ragazzi.

 
D. - Un momento particolare, molto sentito dai ragazzi, è quello della benedizione delle penne...

 
R. - Certamente non sarà - questo lo diciamo - la benedizione della penna ad aiutarli ad affrontare l’esame. Però, è un modo per ricevere la benedizione di Dio, anche sullo strumento - la penna - che useranno per realizzare questo esame della maturità.

 
D. - Anche quest’anno, oltre diecimila ragazzi sono venuti al Santuario, cosa genera in loro l’incontro con Cristo?

 
R. - Scuote il loro cuore, li invoglia ad affacciarsi ad una realtà che a volte possono sentire lontana.

 
D. - Quindi, un incontro che comunque porteranno nel proprio cuore...

 
R. - Sì, questo sicuramente. Noi abbiamo i giovani che poi negli anni ritornano e portano nel cuore quest’esperienza, che li accompagnerà, ma soprattutto li aiuterà in determinati momenti e nelle scelte della loro vita a guardare al Signore e a ripensare a quello che hanno vissuto.







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