Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si divide sulla condanna all'attentato al Collegio
rabbinico di Gerusalemme
E’ massima allerta in un Israele ancora sotto choc per l’uccisione degli otto giovani
studenti del Collegio rabbinico di Gerusalemme. Al momento, lo Stato ebraico mantiene
infatti la chiusura totale della Cisgiordania e l’inasprimento dei posti di blocco
e delle misure di sicurezza. Sul terreno, si registra anche la ripresa dei raid aerei
israeliani sulla striscia di Gaza, dove l’attentato è stato accolto da festeggiamenti.
Due i miliziani di Hamas rimasti feriti negli attacchi di ieri sera. La tensione sale
anche sul fronte della diplomazia internazionale, dopo che ieri il Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite non ha potuto approvare un documento che condanna l'attacco al
seminario ebraico per via dell'opposizione libica che chiedeva di considerare i massacri
israeliani commessi a Gaza. Un appello unanime per porre fine a tutte le violenze
arriva invece dai leader cristiani di Gerusalemme che riaffermano - in due distinte
lettere indirizzate al premier israeliano Olmert e al presidente palestinese Abu Mazenla
- la volontà a lavorare per la pace.
Iraq Iniziano oggi, a Baghdad,
i colloqui per regolarizzare la presenza delle truppe statunitensi in Iraq. Una mossa
diplomatica contestata dai democratici del Congresso, secondo i quali l'avvio delle
trattative potrebbe portare a una presenza militare americana ''di lungo termine''.
Per la Casa Bianca, invece, l'avvio del confronto non è che una procedura di routine
che dovrebbe portare alla ratifica di un documento che sostituirà una risoluzione
del Consiglio di Sicurezza dell'ONU in scadenza a fine anno. Intanto, sul terreno
si registra l’ennesima giornata di violenze. Quattro persone sono morte oggi in un
duplice attentato avvenuto in un villaggio a est di Baquba. Vittime anche tra le truppe
statunitensi: un soldato americano è rimasto ucciso e un altro ferito in un'esplosione
verificatasi ieri nel corso di un'operazione militare nella provincia irachena di
Diyala. Infine, si segnala il ritrovamento di una fossa comune a nord di Baghdad contenente
almeno 100 corpi in avanzato stato di decomposizione. Le autorità sostengono che i
corpi sono stati sepolti da molto tempo, ma certamente dopo l'invasione americana
del 2003.
Tensione Bielorussia-USA Sale la tensione tra Stati Uniti
e Bielorussia. Ieri, il governo di Minsk ha invitato l'ambasciatore americano a lasciare
il Paese e ha richiamato il proprio inviato da Washington. La decisione è stata presa
dopo che gli USA avevano minacciato nuove sanzioni per chi fa affari con la compagnia
petrolifera Belneftekhim che gestisce le raffinerie bielorusse. La Casa Bianca parla
di un’espulsione "ingiustificata", che allontanerà ulteriormente Minsk dalla comunità
internazionale. Il regime del presidente, Alexander Lukashenko, è dal 2006 nel mirino
delle sanzioni europee e statunitensi per essersi aggiudicato la vittoria in elezioni
giudicate irregolari da molti osservatori.
Francia Domenica di elezioni
amministrative, domani in Francia, dove 45 milioni di cittadini sono chiamati a rinnovare
le guide dei Comuni e dei Dipartimenti. Si tratta della prima consultazione dopo
le presidenziali e le politiche dello scorso anno, per questo motivo viene percepita
dai francesi come un primo giudizio sull’operato dell’Eliseo e del suo principale
inquilino. Da Parigi, Francesca Pierantozzi:
E’ uno
scrutinio locale ma si tratta in realtà del primo vero test nazionale per Nicolas
Sarkozy a dieci mesi dal suo arrivo all’Eliseo e, stando ai sondaggi, i risultati
non premieranno affatto la politica del presidente. Domani, il primo turno delle amministrative:
saranno 44 milioni i francesi chiamati alle urne per rinnovare, per i prossimi sei
anni, le guide dei Comuni e dei Dipartimenti. Secondo tutte le previsioni, il voto
si trasformerà in una sanzione contro Sarkozy, la cui popolarità non cessa di scendere.
L’ultimo sondaggio, pubblicato da Le Monde, conferma che il presidente è in forte
difficoltà. Se il 66 per cento di chi voterà domani assicura di andare alle urne per
considerazioni locali, ben il 21 per cento - una percentuale in netta crescita - intende
votare per punire la politica di Sarkozy e del governo. Il presidente ha detto più
volte che la sua politica dovrà essere giudicata al termine del mandato e che non
si farà distrarre dalle elezioni amministrative regionali ed europee che incontrerà
lungo il cammino. Ma questa prova elettorale avrà sicuramente un peso: i sondaggi
indicano un netto vantaggio della sinistra soprattutto nelle grandi città - tra cui
Parigi, Lille, Lione, Strasburgo - e gli occhi sono puntati anche su Marsiglia dove
i socialisti potrebbero riprendere, dopo anni, la guida della città. (Francesca Pierantozzi,
da Parigi, per la Radio Vaticana)
Malta al voto Seggi aperti
a Malta per le prime elezioni politiche dall’ingresso del Paese nell’Unione Europea.
Circa 250 mila elettori sono chiamati a scegliere tra il partito nazionalista guidato
dal premier, Lawrence Gonzi, e i laburisti di Alfred Sant. I nazionalisti, al potere
dal 1998, hanno dalla loro una sequela di buoni risultati raggiunti in campo economico.
Tuttavia, i sondaggi prevedono un testa a testa tra le due formazioni. La partita
molto probabilmente sarà quindi risolta dagli indecisi che rappresentano almeno 11%
dell’elettorato.
Malaysia al voto Si vota, oggi, in Malaysia
per il rinnovo del parlamento federale e le assemblee di 12 stati su 13. Circa 11
milioni di cittadini sono chiamati a rinnovare i seggi del parlamento federale. Salvo
sorprese, appare scontata la vittoria del partito di governo, che mira ad ottenere
i due terzi dei mandati nazionali. Intanto, sul terreno si registrano alcuni disordini
fra i sostenitori del partito islamico pan-malaysiano e sullo sfondo permangono le
tensioni per le divisioni etniche e sociali in un Paese che conta circa 27milioni
di abitanti.
Myanmar In Myanmar, prosegue la terza visita per la
riconciliazione politica del Paese asiatico dell’inviato speciale dell’ONU, Gambari.
Oggi, l’esponente delle Nazioni Unite ha incontrato la leader dell'opposizione e premio
nobel, Aung San Suu Kyi, capo della Lega nazionale per la democrazia che ha trascorso
12 degli ultimi 18 anni agli arresti. Intanto, dai mezzi d’informazione locali arriva
la notizia che la giunta militare birmana non emenderà la nuova bozza di Costituzione
in modo da consentire al Premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione di partecipare
alla corsa elettorale, proclamata per il 2010 dal regime di Rangoon. L’attuale carta
costituzionale contiene, infatti, una clausola che non consente ai cittadini che hanno
nazionalità birmana ma sono sposati con stranieri di concorrere al voto. Condizione
in cui si trova Aung San Suu Kyi che è vedova di Michael Aris, un professore britannico
dell'Università di Oxford.
Record valutazioni per euro e petrolio e fantasmi
recessione americana Non si ferma il rialzo delle quotazioni del petrolio
e dell’euro che continuano ad infrangere record storici. L’oro nero ieri ha chiuso
superando i 106 dollari al barile sul mercato di New York, mentre la moneta europea
si è fermata a quota 1,5459 sul dollaro. E proprio il supereuro ha depresso i listini
del Vecchio continente, che hanno registrato un’altra giornata di calo. Ma le cose
non vanno decisamente meglio per Wall Street: la borsa americana ieri ha chiuso col
segno "meno" la seconda seduta consecutiva, in una giornata in cui i dati negativi
sull'occupazione, diffusi dal dipartimento del lavoro statunitense, hanno rinnovato
i timori di una recessione dell'economia americana. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 68 E'
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