2008-03-06 15:47:07

L'Unicef, altre otto ONG ed il parroco di Gaza, lanciano l'allarme per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza


La striscia di Gaza è in piena crisi umanitaria dopo le recenti operazioni militari israeliane che hanno provocato oltre 100 vittime e distrutto innumerevoli infrastrutture. L’allarme viene lanciato dall’UNICEF che torna a rivolgersi a tutta la comunità internazionale per aiutare i bambini palestinesi dei Territori. Le preoccupazioni maggiori dell’agenzia del ONU sono ora legate alla penuria di generi di prima necessità e alla mancanza di elettricità e carburante, che pregiudica l’erogazione dei servizi di base alla popolazione. Secondo i dati UNICEF, infatti, appena il 30% della popolazione di Gaza ha accesso all’acqua potabile e solo per poche ore a settimana, causa la mancanza di elettricità e carburante per il funzionamento dei pozzi. Per lo stesso motivo, e per la mancanza di pezzi di ricambio necessari al funzionamento degli impianti, oltre 40 mila tonnellate di scarichi fognari non trattati, vengono riversati in mare, mentre gli ospedali soffrono di una grave penuria di forniture e apparecchiature mediche. Insomma la scarsità di cibo, servizi sanitari in rovina e un sistema idrico e fognario vicino al collasso sono tutti gli elementi del quadro miserevole che ogni giorno 1,5 milioni di palestinesi devono affrontare nella Striscia. Otto ONG con sede in Gran Bretagna in un rapporto parlano perfino della peggiore crisi umanitaria dall’inizio dell’occupazione israeliana nel 1967, mostrando i dati di una povertà molto diffusa, causata dalla disoccupazione che è oltre il 40%. E le condizioni drammatiche della popolazione palestinese nella striscia di Gaza sono confermate anche dalla dura testimonianza, raccolta da AsiaNews, del parroco della Santa Famiglia a Gaza, padre Manawel Musallam: “Non abbiamo cibo, mancano dottori e medicinali, gli ospedali sono pieni di morti e le persone vengono curate per strada in condizioni disumane. Numerosissimi sono i mutilati, i bambini sono un terzo delle vittime degli ultimi attacchi israeliani; incalcolabili anche i traumi psicologici sui giovani: ci sono piccoli alunni a scuola che non riescono neppure più a studiare”. (M.G.)
 







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