2008-03-06 15:46:51

Il rapimento del vescovo caldeo di Mosul: si aspettano segnali dai rapitori


Dopo 24 ore di silenzio e riservatezza per favorire le delicate trattative per la liberazione dell’arcivescovo caldeo di Mosul, Paulos Faraj Rahho, oggi in Iraq si vivono momenti di grande attesa. A riaccendere la speranza della comunità cristiana irachena è stato il vescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, dichiarando al Sir che aspetta “di sapere qualcosa di nuovo nella giornata di oggi”. “Il rapimento – ha proseguito il presule – non è stato rivendicato, ma si suppone che in quella zona abbiano operato dei fondamentalisti, forse sunniti. Nella visione delle cose irachene - ha detto Mons. Sleiman - i cristiani sono identificati con gli occupanti. Se coloro che fanno certi atti sapessero quanto rifiuto la politica americana susciti nei ceti cristiani, forse non avrebbero compiuto un tale gesto. Purtroppo la mentalità tribale irachena confonde tutto e tutti”. Si spera quindi di riprendere le trattative che sembravano essersi arenate a seguito delle richieste di un ingente riscatto. Una richiesta peraltro avanzata senza che sia stata fornita alcuna prova sull’esistenza in vita dell’ostaggio. Intanto ieri si è registrato l’appello del Consiglio episcopale della Chiesa cattolica maronita del Libano, che ha chiesto il rilascio del presule e ha condannato l’uccisione dell'autista e delle due guardie del corpo. Liberazione richiesta con forza anche dal gruppo dei saggi musulmani che hanno preso parte all’incontro in Vaticano con la Curia per discutere come migliorare i rapporti tra musulmani e cattolici. (M.G.)







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