Cina: inflazione e disuguaglianze sociali al centro dell'Assemblea nazionale del popolo
La crescita economica della Cina e i pericoli dell’inflazione sono stati i punti principali
dell’intervento del premier cinese Wen Jiabao in occasione, ieri, dell’apertura dei
lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Nel rapporto annuale che delinea la politica
del Paese per il prossimo quinquennio il premier ha anche indicato la necessità di
una maggiore giustizia sociale. Ma quali sono le priorità che la Cina deve affrontare?
Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente
da Pechino per il quotidiano La Stampa:
R. –
Le priorità sono quelle di mantenere la crescita e soprattutto di controllare l’inflazione.
Il primo ministro ha fatto anche un sunto degli ultimi cinque anni, dicendo che la
crescita è stata pari al 64 per cento. Oggi la Cina è la terza potenza economica del
mondo. Si tratta dell’affermazione di un grande successo ma anche, per la prima volta,
ho sentito una grande preoccupazione sociale. C’è una forte attenzione alle difficoltà
delle persone che sono impoverite o rischiano di esserlo a causa dell’inflazione crescente.
Naturalmente, come tutti i grandi Paesi con una popolazione enorme e un territorio
enorme, le tensioni non sono sempre facilmente gestibili. Questo è forse il pericolo
più grande: da una parte ci sono città avanzatissime come Shangai, Pechino, Canton,
che forse sono a livello di New York o forse, per certi versi, l’hanno superata; dall’altro
abbiamo delle sacche di povertà molto grandi, che fanno della Cina un Paese ancora
in via di sviluppo. Come conciliare queste due tensioni è la vera sfida di questi
anni.
D. – La Cina sembra voler investire di più
sul proprio esercito e quindi aumentare le spese militari ...
R.
– Naturalmente, i motivi per cui la Cina decide di spendere di più sul fronte militare
non sono del tutto trasparenti. Quelli noti è che molte di queste spese andranno ad
aumentare gli stipendi ed anche il trattamento dei soldati cinesi.Questa è la versione
di Pechino. Diversa è la versione di altri Paesi, in particolare gli Stati Uniti,
per i quali le spese militari annunciate e rese pubbliche sono solo una parte di quelle
complessive che in realtà ammonterebbero a molto di più.
D.
– Un’ultima breve riflessione sulle Olimpiadi: cosa si aspettano i cinesi da un evento
così importante?
R. – La cosa che si aspettano è
di fare bella figura come quando si invitano gli ospiti a casa e si vuole che si alzino
da tavola contenti. Naturalmente, molti degli ospiti che arriveranno in Cina vorranno
vedere, oltre allo sviluppo economico, anche segni di sviluppo politico e sociale.
Il problema è: quanto è vuoto e quanto è pieno il bicchiere dei diritti umani, cioè
quali e quanti progressi la Cina riuscirà a presentare, prima di agosto, per rendere
felici e soddisfare gli ospiti mondiali? Questa è una questione aperta.