Medio Oriente: per la Rice, israeliani e palestinesi sono pronti a riprendere i negoziati
di pace
Israeliani e palestinesi sono pronti a riprendere i negoziati di pace per il Medio
Oriente, ma è difficile stabilire quando. Lo ha detto, dopo una serie di incontri,
il segretario di Stato americano, Condollezza Rice, giunta nell’area dopo la violenta
offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, costata la vita a 100 persone: tra queste,
anche una bambina di un mese. Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha però precisato
che prima che ripartano i colloqui di pace è necessaria la tregua nei territori. Intanto,
oggi, il premier israeliano, Olmert, ha convocato il Consiglio di difesa per fare
il punto sulle operazioni dell’esercito ebraico nella Striscia di Gaza. L’intenzione
è quella di proseguire l’azione militare contro Hamas fino a quando continueranno
i lanci di razzi sulle città israeliane, che anche stamani sono proseguiti senza provocare
morti.
Petrolio-OPEC Nessun incremento nella produzione di greggio.
E’ quanto assicura l’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, nella
riunione di oggi a Vienna. Per il presidente, Chakib Khelil, il mercato è ben fornito
e c’è anche una certa stabilità. La decisione è stata criticata dal presidente americano,
George W. Bush, che ha invitato l’OPEC a prendere provvedimenti per controllare i
prezzi del greggio. Intanto, gli Stati membri del cartello petrolifero hanno deciso
di tenere una riunione straordinaria prima del mese di settembre.
Iran-nucleare Nuova
sortita del presidente iraniano, Ahmadinejad, nei confronti del Consiglio di sicurezza
dell’ONU che ha promosso ulteriori sanzioni contro Teheran per il suo programma nucleare.
La risoluzione viene definita “senza valore” dal numero uno della Repubblica islamica,
che già ieri aveva annunciato la prosecuzione delle attività di arricchimento dell’uranio.
Inoltre, Ahmadinejad ha chiuso qualsiasi possibilità di negoziato, escludendo anche
nuovi colloqui tra l’Iran e l’Unione Europea.
Russia-Ucraina-gas Rassicurazioni
all’Europa sono venute dall’Ucraina, impegnata in un braccio di ferro con il colosso
energetico russo Gazprom, che rivendica mancati pagamenti e che ha già dimezzato le
forniture di gas verso Kiev. Il premier ucraino, Timoshenko, ha precisato che verranno
rispettati gli impegni di esportazione verso i Paesi europei. Fonti di Gazprom rivelano
invece che Kiev sta già pianificando una riduzione delle forniture di gas verso l'Unione
Europea.
Ossezia del sud-indipendenza Dopo il Kosovo anche l’Ossezia
del sud, regione della Georgia, ha chiesto alla Russia, all’Unione Europea e all’ONU
il riconoscimento della propria indipendenza, appellandosi al diritto delle nazioni
all’autodeterminazione. L’Ossezia, si legge in un documento, intende affidare un ruolo
esclusivo a Mosca nelle decisioni riguardanti la sua popolazione a maggioranza russa.
Intanto, in settimana è attesa una mossa simile da parte del parlamento dell'Abkhazia,
la provincia separatista formalmente sotto sovranità georgiana.
Irlanda
del Nord Ian Paisley, leader storico del movimento unionista dell’Ulster Dup
e attuale primo ministro del governo locale dell'Irlanda del Nord, ha annunciato che
si dimetterà in maggio da entrambe le cariche. Paisley, 82 anni ad aprile, dal maggio
2007 era premier del governo condiviso tra unionisti e repubblicani, rinato dopo cinque
anni di sospensione dell'assemblea di Stormont. Le dimissioni, ha spiegato, avverranno
dopo la Conferenza degli investitori per l’Ulster, in programma il 6 e 7 maggio a
Belfast. Il premier britannico, Gordon Brown, ha ringraziato Paisley per il suo contributo
al processo di pace. Ma quale eredità lascia al suo successore? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Paolo Romani, esperto di Ulster del settimanale “Famiglia Cristiana”:
R.
- L’eredità che lascia è un’eredità singolare, perché Jan Paisley, che era veramente
noto per la sua intransigenza, inspiegabilmente aveva fatto un cambiamento di rotta
un po’ più di un anno fa, accettando di condividere il governo dell’Irlanda del Nord
con i repubblicani, che erano i suoi nemici giurati. Tra l’altro, aveva anche accettato
di avere al suo fianco come vice-primo ministro un ex-militante dell’IRA, Martin McGuinness.
Ad ogni modo, l’eredità che lascia è sostanzialmente positiva: in fin dei conti, ha
spianato la strada per un’evoluzione favorevole della situazione in Irlanda del Nord.
D.
- Si può pensare a questo punto ad un futuro, dunque, di maggiore distensione? R.
- Sì. Anche se ormai la distensione l’aveva realizzata proprio Jan Paisley, l’uomo
che meno di tutti, nell’immaginario collettivo, avrebbe adottato posizioni così concilianti.
Quindi, ormai, il grosso della strada è stato fatto.
D.
- Quali saranno le prime mosse che dovrà fare il successore di Paisley?
R.
- Dovrà gestire questa politica di investimenti che l’Irlanda del Nord si sforza in
tutti i modi di attirare: capitali stranieri, molti dei quali dovrebbero venire dagli
Stati Uniti o addirittura dai Paesi emergenti. Si parla di investimenti cinesi e di
investimenti indiani. Non a caso, Paisley ha annunciato che si dimetterà subito dopo
questa Conferenza degli investitori.
Colombia-Venezuela Non accenna
a diminuire la tensione in America Latina. Colombia, Ecuador e Venezuela continuano
le schermaglie diplomatiche dopo l’attacco dell’esercito colombiano contro una base
delle FARC, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, in territorio ecuadoregno.
Nel bombardamento, ha perso la vita il numero due della guerriglia, Raul Reyes, impegnato
nelle trattative per la liberazione di Igrid Betancour. Intanto, il vicepresidente
della Conferenza episcopale venezuelana, mons. Roberto Luckert, ha annunciato la preparazione
di un incontro dei vescovi delle tre nazioni allo scopo di coordinare azioni pastorali
in favore della pace e del dialogo. Il servizio di Maurizio Salvi:
Quando
sembrava che dalle minacce si stesse passando alla diplomazia, le autorità di Bogotàhanno deciso di divulgare il contenuto di computer presumibilmente appartenuti
a Reyes, dai quali emergono costanti contatti dell’Ecuador con esponenti delle FARC
e ingenti finanziamenti di Caracas alla guerriglia. E se ciò non bastasse, prendendo
a pretesto accuse di Hugo Chavez alla Colombia di praticare il terrorismo di Stato
e la disposizione di chiudere le frontiere, il presidente Alvaro Uribe ha deciso di
denunciare il capo dello Stato venezuelano davanti alla Corte penale internazionale
per patrocinio e finanziamento di genocidi, ossia delle FARC, considerate dai colombiani
né più né meno che una banda di narcoterroristi. In questo ambito, durante il giro
in cinque Paesi che oggi fa tappa in Brasile, il presidente ecuadoriano Rafael Correa
ha ammesso i contatti con la guerriglia e Reyes, rivelando che essi stavano portando
ad una possibile liberazione di ostaggi e dell’ex candidata presidenziale, Ingrid
Betancourt. (Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana)
Italia-politica In
attesa di conoscere la lista dei candidati del Popolo della Libertà, fa discutere
quella del Partito democratico (PD). I radicali accusano Walter Veltroni di aver tradito
i patti. Intanto, tra il leader del PD e quello del PDL, Silvio Berlusconi, è polemica
a distanza sui sondaggi. Servizio di Giampiero Guadagni:
Sono
due scenari completamente diversi quelli disegnati in queste ore da Veltroni e Berlusconi.
Il candidato premier del Partito democratico parla di uno svantaggio ridotto a 4-7
punti, ipotizza il pareggio al Senato, quindi larghe intese per le riforme e poi il
ritorno alle urne. Il candidato premier del Popolo della Libertà non sembra invece
avere dubbi sulla vittoria elettorale: presenta sondaggi che confermano un divario
di dieci punti, si impegna a non ricandidarsi più in futuro per Palazzo Chigi e intanto
annuncia un nuovo contratto con gli italiani. Berlusconi sottolinea poi la coincidenza
tra le sue priorità e quelle manifestate nei giorni scorsi dal presidente di Confindustria,
Montezemolo. Ma a differenza del leader degli industriali, Berlusconi dichiara piena
disponibilità ad un accordo sul decreto che riguarda la sicurezza sul lavoro. Il provvedimento
sarà varato domani dal governo, anche in seguito all’ultima tragedia di Molfetta in
cui hanno perso la vita cinque operai. Da parte sua, Veltroni deve fare i conti con
i Radicali che lo accusano di aver tradito il patto sulle candidature, rimarcando
che la predisposizione delle liste mette a rischio elezione tre dei loro nove candidati.
Marco Pannella ha annunciato per questo uno sciopero della sete. Ma, dice, non faremo
al PD il favore di rinunciare all’accordo. E dopo aver espresso grande preoccupazione
appunto per l’alleanza tra PD e Radicali, il settimanale “Famiglia Cristiana” accende
i riflettori sul Popolo delle Libertà, criticando Berlusconi per aver definito il
suo partito “anarchico”, nel senso che non ha una posizione ufficiale su molti temi
di rilevanza etica e lascia tutto alla libertà di coscienza dei singoli. Per il settimanale
dei Paolini, la libertà di coscienza deve essere considerata una extrema ratio
e rischia di mortificare i candidati cattolici del PDL. Tuttavia, per “Famiglia Cristiana”
non sono segnali buoni neppure quelli che arrivano dal centro, a causa di alcune candidature
espresse dall’UDC di Casini.(Per la Radio Vaticana Giampiero Guadagni)
Cina-miniera Ancora
un incidente in una miniera di carbone in Cina. Almeno 17 persone hanno perso la vita
per soffocamento nella provincia nordorientale di Liaoning. In salvo tredici operai.
Si tratta solo dell’ultimo episodio di una lunga serie: fonti ufficiali hanno stimato
siano circa 3.800 le vittime di incidenti nelle miniere soltanto lo scorso anno. (Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 65 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.