Mancanza di lavoro e di assistenza adeguata tra le cause di sofferenze psicologiche
per i rifugiati iracheni in Giordania e Libano
Attacchi di panico, problemi del sonno e paure di vario genere. Sono alcune delle
sofferenze emotive indicate in uno studio dell’Organizzazione internazionale per le
migrazioni (OIM) sullo stato di salute mentale dei rifugiati iracheni in Giordania
e in Libano. Alla ricerca hanno partecipato oltre 200 famiglie e molti degli intervistati
hanno espresso il desiderio di ritornare in Iraq. Dallo studio è emerso, inoltre,
che lo stato di insicurezza vissuto dai rifugiati e la mancanza di un accesso adeguato
ai servizi sociali hanno ulteriormente aggravato la situazione. La mancanza di opportunità
di lavoro per queste comunità in Giordania e Libano porta poi molti rifugiati ad alternare
sentimenti di rabbia e frustrazione. Un effetto di questa tendenza è l’aumento della
violenza domestica. Nella maggioranza dei casi questi episodi non vengono denunciati.
Ad un ricercatore una donna ha anche detto che “un’irachena correttamente educata
dovrebbe tollerare ogni cosa in silenzio”. I bambini hanno mostrato difficoltà comportamentali
e di apprendimento. Il rapporto raccomanda quindi “un intervento urgente” per evitare
l’insorgere di problemi psicologici a lungo termine ma anche per aiutare i rifugiati
nell’immediato. Ma in Giordania l’assistenza è resa difficile dalla scarsità di servizi
di salute mentale. In Libano, infine, la privatizzazione di tali servizi non permette
ai rifugiati iracheni di accedervi. (A.L.)