Il Papa ai salesiani: portate Cristo ai giovani vincendo mediocrità, imborghesimento
e secolarismo
Anche in questo nostro tempo, rendete attuale e fecondo il carisma di Don Bosco consacrandovi
senza riserve a Dio e ai giovani: è l’esortazione di Benedetto XVI ai salesiani nel
messaggio al Rettore Maggiore Pascual Chávez Villanueva, in occasione del 26.mo Capitolo
generale, i cui lavori si sono aperti oggi a Roma. Nel documento, il Papa si sofferma
sulle grandi sfide dell’educazione e dell’evangelizzazione, che sin dalla nascita
caratterizzano l’attività apostolica della Famiglia Salesiana. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Una
profonda spiritualità, l’intraprendenza creativa, il dinamismo apostolico, la laboriosità
instancabile, l’audacia pastorale e soprattutto” il “consacrarsi senza riserve a Dio
e ai giovani”: i salesiani, scrive Benedetto XVI, devono sempre tener a mente questi
tratti distintivi del loro fondatore Don Bosco. Quando si rinuncia a tutto per seguire
il Signore, sottolinea il Papa, si diventa “segno di contraddizione”, perché il modo
di pensare e di vivere della persona consacrata finisce per trovarsi spesso in contrasto
con la logica del mondo”. Ma ciò, rileva, “è motivo di conforto perché testimonia
che il suo stile di vita è alternativo rispetto alla cultura del tempo”. A questo
fine, avverte, bisogna “vigilare sui possibili influssi del secolarismo” superando
un “modello liberale di vita consacrata e conducendo un’esistenza tutta centrata sul
primato dell’amore di Dio e del prossimo”.
Ha poi
rivolto il pensiero all’evangelizzazione, definita la “principale e prioritaria frontiera”
della missione dei salesiani. “Nelle situazioni plurireligiose ed in quelle secolarizzate
– è l’invito di Benedetto XVI – occorre trovare vie inedite per far conoscere, specialmente
ai giovani, la figura di Gesù, affinché ne percepiscano il perenne fascino”. Centrale
è dunque “l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo, insieme con l’appello alla
conversione, all’accoglienza della fede e all’inserimento nella Chiesa”. Una parte
consistente del Messaggio, il Pontefice la dedica alla pastorale giovanile, indicando
in particolare l’apporto dell’educazione nel campo dell’evangelizzazione dei giovani.
Senza educazione, avverte, “non c’è evangelizzazione duratura e profonda, non c’è
crescita e maturazione”, né si può promuovere un “cambio di mentalità e di cultura”.
I
giovani, costata il Papa, “nutrono desideri profondi di vita piena, di amore autentico,
di libertà costruttiva; ma spesso purtroppo le loro attese sono tradite e non giungono
a realizzazione”. E’ allora “indispensabile aiutare i giovani a valorizzare le risorse
che portano dentro come dinamismo e desiderio positivo; metterli a contatto con proposte
ricche di umanità e di valori evangelici”. Ciò, prosegue, “richiede a chi li guida
di allargare gli ambiti dell’impegno educativo con attenzione alle nuove povertà giovanili,
all’educazione superiore, all’immigrazione; richiede inoltre di avere attenzione alla
famiglia e al suo coinvolgimento”.
I giovani, scrive
ancora, sono “sensibili a proposte di impegno esigente, ma hanno bisogno di testimoni
e guide che sappiano accompagnarli nella scoperta e nell’accoglienza di tale dono”.
Benedetto XVI non manca di lodare il lavoro di ricerca e formazione svolto nella Pontificia
Università Salesiana, dove, ricorda, si sono formati anche alcuni tra i suoi più stretti
collaboratori. E invita l’ateneo a dare il suo contributo sul punto nodale della questione
antropologica. Il Papa ribadisce che “in un tempo di frammentazione e di fragilità
qual è il nostro, è necessario superare la dispersione dell’attivismo e coltivare
l’unità della vita spirituale attraverso l’acquisizione di una profonda mistica e
di una solida ascetica”. Ed aggiunge: “La lectio divina e l’Eucaristia, vissute quotidianamente,
sono luce e forza della vita spirituale del salesiano consacrato”. Il Papa esorta
i salesiani a condurre “una vita semplice, povera, sobria, essenziale e austera”:
questo li aiuterà “ad irrobustire la loro risposta vocazionale, di fronte ai rischi
e alle minacce della mediocrità e dell’imborghesimento” e “li porterà ad essere più
vicini ai bisognosi e agli emarginati”. Il messaggio si conclude con l’incoraggiamento
del Papa ai salesiani ad essere sempre più “segni credibili dell’amore di Dio ai giovani”,
affinché le nuove generazioni siano davvero speranza della Chiesa e della società.