Ai microfoni della Radio Vaticana, la testimonianza dell’arcivescovo di Kirkuk, Louis
Sako, che auspica una pronta liberazione di mons. Rahho e ringrazia il Papa per la
sua vicinanza al popolo iracheno
All’Angelus, il Papa ha lanciato un accorato appello per la liberazione dell’arcivescovo
di Mossul dei Caldei, Paulos Faraj Rahho. Dal canto suo, intervistato da L’Osservatore
Romano, il patriarca di Babilonia dei Caldei, cardinale Emmanuel III Delly, ha
ribadito che questo atto di violenza “non pregiudicherà i buoni rapporti tra cristiani
e musulmani”. Per una testimonianza su come la comunità cristiana irachena stia vivendo
questo momento difficile, Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente in
Iraq l’arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, Louis Sako:
R.
– E’ una situazione molto dolorosa. La gente di Mossul vive nel panico. Conosco bene
Mossul, sto lavorando con altri gruppi per la sua liberazione. Ho chiamato il sindaco
di Mossul, il Consiglio degli imam ha fatto un appello, altri gruppi ... tutti lavorano
per la sua liberazione. Noi speriamo che questo dolore possa avere presto una fine.
Il gruppo che ha rapito il vescovo è un gruppo criminale, non è un gruppo che rivendica
una ideologia. Siamo pieni di speranza che lui possa essere presto liberato.
D.
– Mons. Sako, questo rapimento è una ferita non solo per i cristiani, ma per tutti
gli iracheni. C’è solidarietà da parte dei musulmani?
R.
– Sì, sì: tanta, tanta! Anche ieri sono andato alla televisione locale con un imam,
un capo religioso sunnita; abbiamo rivolto un appello, condannando tutti questi atti
che non aiutano a risolvere il problema, ma anzi. Invece, di costruire la fiducia
tra gli iracheni, questi atti distruggono la fiducia e la fratellanza.
D.
– Il Papa ha chiesto l’immediata liberazione di mons. Rahho e ha di nuovo lanciato
un appello per la pace in Iraq. Quanto sentite questa vicinanza del Santo Padre?
R.
– Le parole del Santo Padre hanno un’eco qui, in Iraq, perché quando parla è così
equilibrato! Ieri, anche l’imam musulmano ha menzionato due volte la posizione della
Santa Sede verso l’islam. Il dialogo, la convivenza, la vicinanza della Chiesa ai
musulmani in Europa e anche qui, durante l’embargo e dopo, tramite la Caritas, tutto
questo ci aiuta, è un appoggio molto, molto apprezzato!