Venerdì prossimo nella cattedrale di Reggio Calabria, Via Crucis per i missionari
martiri: 21 quelli uccisi nel 2007
“I 21 missionari uccisi in ogni continente della terra, durante l’anno 2007, appena
trascorso, ci ricordano che il martirio nella Chiesa non è motivo di tristezza, ma
è vissuto come fonte di forza, di energia e di speranza per continuare sulla stessa
strada di Cristo, senza nessun'altra difesa se non il Vangelo. Lo scrive padre Ezio
Marangoni, direttore dell’Ufficio Missionario della diocesi di Reggio Calabria-Bova,
presentando la Via Crucis dei missionari martiri, che si celebrerà venerdì prossimo
nella cattedrale di Reggio Calabria, presieduta dall’arcivescovo Vittorio Mondello.
L’iniziativa viene riportata dall’agenzia Sir. Padre Marangoni sottolinea che “I martiri
sono stati per la Chiesa degli inizi e lo sono anche per la Chiesa di oggi, il chicco
che deve morire per portare frutto, per generare altri cristiani”. Dunque fare memoria
dei nuovi martiri non può ridursi - spiega ancora il direttore dell’Ufficio Missionario
di Reggio Calabria-Bova - “a mera rivendicazione, pur necessaria e legittima, del
sacrosanto diritto alla libertà religiosa, né deve avere come preoccupazione immediata
la richiesta, pur legittima, di reciprocità tra le fedi”. I missionari - afferma
il religioso - “consacrano ogni giorno, pur a fatica, la loro vita per il dialogo
con i credenti di altre religioni. E capita spesso che a causa del Cristo sono stati
uccisi cristiani di altre confessioni. Il loro comune martirio è un forte appello
alla riconciliazione e all’unità della Chiesa”. (R.G.)