INDIA I vescovi si rivolgono al premier per l’abolizione delle discriminazioni contro
i dalit cristiani
JAMSHEDPUR, 25 feb 08 - Durante la loro recente plenaria Jamshedpur, i vescovi
indiani hanno rivolto un nuovo appello perché vengano finalmente abolite le attuali
discriminazioni contro i dalit cristiani. In base a una controversa disposizione introdotta
nel 1950, gli ex fuori casta convertiti al cristianesimo o all’Islam sono esclusi
dagli aiuti statali previsti dalla Costituzione indiana a favore delle caste più basse
e di cui beneficiano invece i dalit indù, buddisti e sikh. Da tempo le organizzazioni
cristiane e musulmane in India ne invocano l’abolizione, in quanto palesemente discriminatoria.
Richiesta reiterata dai vescovi in un memorandum consegnato nei giorni scorsi al Primo
Ministro Manmohan Singh. “Questa discriminazione – affermano - è una grave violazione
dei diritti umani e della libertà religiosa sancita dalla costituzione”. Essi chiedono
quindi al governo di procedere senza ulteriori indugi per decreto e di presentare
un emendamento costituzionale alla prossima sessione del Parlamento, ricordando che
diverse commissioni si sono pronunciate a favore. La questione dei diritti civili
dei dalit cristiani e musulmani è da anni al centro del dibattito politico in India.
Contro il loro riconoscimento è sempre stato il partito nazionalista Bharatiya Janata
(BJP) , mentre il Partito del Congresso nel 2004 si era impegnato ad abolire le norme
discriminatorie, ma da quando è tornato al governo al governo nulla è stato fatto.
(Ucan – ZENGARINI)