2008-02-23 12:16:33

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella terza Domenica di Quaresima la Liturgia ci presenta l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe, nella città di Sicar. Il Signore paragona l'acqua del pozzo all’acqua viva che solo Lui può dare. Quindi aggiunge:

«Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


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“Noi non l'abbiamo visto, come la donna samaritana, in quel mezzogiorno, stanco, assetato e affamato, seduto presso il pozzo di Sicar. Eppure lo vediamo e lo ascoltiamo. Ad ogni cristiano Gesù chiede: “Dammi da bere”, contravvenendo alla nostra atavica inerzia. Ad ogni cristiano Gesù ha svelato la sua esistenza propria, l'ha tolta dal velame del cosiddetto 'privato', l'ha messa in luce così che ad ognuno è possibile vederne i tratti reali. Ad ogni cristiano Gesù ha manifestato l'ampiezza sconfinata del Suo sguardo e la Sua fame di compimento, di mietitura, invitandoci a prendervi parte. Ad ognuno di noi Egli ha detto: “Sono io che ti parlo” e quell'espressione divina suona e risuona incessantemente nel nostro cuore: “Sono io”, riempiendo tutta la nostra vita, al punto che, quando non l'udissimo più, non potremmo più vivere (da una lettera di A.J. Möhler). Ciascuno di noi può dire e dice: “Non è più solo per la parola di un altro che io credo, ma perché io stesso ho udito e so che questi, proprio questi, è il Salvatore del mondo”. Per grazia Sua, noi sappiamo. Effettivamente, sappiamo. Perché Egli è qui, “in eterno è qui tra di noi” (C. Péguy), è qui per noi, come quel giorno al pozzo”.

 
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