Il Comitato Tv e Minori: progressi nella tutela dei più piccoli, ma ancora troppa
violenza sul piccolo schermo
C’è ancora troppa violenza in tv, ma migliora il sistema di avvertenze rivolto alle
famiglie. È il bilancio a luci e ombre del Comitato per l’applicazione del Codice
Tv e minori che, ieri a Roma, ha presentato il consuntivo del 2007. In testa alle
violazioni, il gruppo Mediaset. Seguono la RAI, La7 e le emittenti locali. Ancora
problematico, inoltre, il fronte delle tv satellitari, restie ad adottare efficaci
sistemi di controllo per i genitori. Al microfono di Silvia Gusmano il presidente
emerito della Corte Costituzionale e vicepresidente del Comitato, Riccardo Chieppa:
R. - I punti
più dolenti sono l’applicazione alle nuove forme di comunicazione dei media, la televisione
satellitare, tutti i programmi interattivi e soprattutto, direi, tutte quelle forme
di offerte, volta per volta, sulla base di un catalogo. C’è la necessità - imposta
ora dalla Comunità europea - che tutto quanto questo genere di comunicazione, di film,
sia sottoposto a delle regole minime, a difesa delle nuove generazioni. Siamo formando
delle nuove generazioni sulla base dell’odio, della violenza, degli aspetti negativi
della società.
D. - E qual è la reazione dei giovani
davanti agli aspetti deteriori della televisione: rassegnazione o protesta?
R.
- C’è una statistica che conferma una diminuzione dell’utenza giovanile, dai 14 ai
18 anni. In alcuni casi, forse, c’è un ritorno alla radio. I giovani cercano di trovare
qualche cosa che sia a loro misura: il passaggio a Internet, il passaggio ai DVD,
a tutte quelle forme in cui hanno la possibilità di scegliere quello che vogliono
vedere. Ciò vuol dire che c’è un senso di insoddisfazione. Ci sono dei programmi bellissimi
realizzati dalle televisioni, comprese quelle di Stato, trasmessi purtroppo ad ore
in cui la maggior parte dei ragazzi dorme. Si rischia che i giovani si allontanino
dalla televisione perché essi stessi capiscono che non soddisfa le loro aspirazioni,
anche di modernità e di cultura: un allontanamento che è quasi una forma di autodifesa
dai rischi dannosi che talune televisioni apportano.
Negli
ultimi anni, tuttavia, sono stati registrati anche alcuni significativi progressi,
a cominciare dall’estensione della "fascia protetta" sui canali della RAI, oggi dalle
16 alle 20. Il presidente del Comitato per l’applicazione del Codice Tv e Minori Emilio
Rossi: R.
- Per la prima volta, le televisioni a cui carico si è riscontrata violazione devono
riferire nei loro programmi che c’è stato un intervento del Comitato che ha ravvisato
il fallo, sostanzialmente una sanzione di immagine. Poi, ci sono progressi in materia
di segnaletica e soprattutto di queste cose si parla sempre di più ed in termini sempre
più concreti. Credo che sia qualcosa di fronte al nulla di ieri.
D.
- A livello di sanzioni, sono sufficienti gli strumenti oggi a disposizione per punire
le violazioni in questo ambito?
R. - Tutte le nostre
risoluzioni vanno immediatamente alla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
che giudica, in alcuni casi archivia e in altri decide, se sanzionare. Ormai, sono
piuttosto numerosi i casi in cui sono state irrogate pene pecuniarie, da poche centinaia
di euro a 200 mila euro. Le norme potrebbero forse essere migliorate come tutte le
cose, ma l’importante è che non si radichi l'abitudine, purtroppo in Italia molto
diffusa, che le norme ci sono ma nessuno si occupa di farle applicare.