2008-02-19 14:40:59

Presentata alla Lateranense l'"Encicopledia della preghiera", pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana.


Dopo il "Dizionario di Mistica" e il "Nuovo Dizionario di Spiritualità" pubblicati negli anni scorsi, esce per i tipi della Libreria Editrice Vaticana (LEV) l'"Enciclopedia della preghiera". Il volume di 1300 pagine - con la presentazione del cardinale Georges Cottier e curato dall'ex direttore della LEV, Claudio Rossini, e da padre Patrizio Sciadini - è stato presentato ieri pomeriggio, presso la Pontificia Università Lateranense, alla presenza - fra gli altri - del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il libro è un ampio repertorio della dimensione della preghiera, a partire dalla Bibbia per finire alle tradizioni delle maggiori religioni mondiali. Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, spiega i motivi di questa operazione editoriale, al microfono di padre Vito Magno:RealAudioMP3


R. - Si è voluto fare una Enciclopedia, chiamata appunto, "della Preghiera" che raccogliesse nei limiti del possibile i vari percorsi spirituali e le varie storie, relative alla preghiera stessa.

 
D. - Dov’è la novità dell’opera? L’editoria cattolica abbonda di pubblicazioni sulla preghiera...

 
R. - La novità è data una esperienza che io stesso ho vissuto alla Buchmesse di Francoforte. La Dusserf ha chiesto la pubblicazione di questa opera, chiedendoci di pubblicarla di cinque volumi. In realtà, l’opera è stata scritta per moduli: una parte biblica, una parte teologica, una parte storiografica, una parte riguarda poi le singole esperienze e i singoli movimenti della preghiera stessa. Questa divisione per moduli consente, dunque, la lettura o la consultazione di volta in volta e specifica. Da un punto di vista metodologico dà quindi l’idea complessiva di cosa rappresenta la preghiera per la storia del rapporto tra l’uomo e Dio, del rapporto fra l’uomo e la Chiesa. il capitolo sulla Liturgia, ad esempio, è veramente molto interessante.

 
D. - Eppure la cultura odierna sembrerebbe refrattaria a questi argomenti. Si vive in una società rumorosa, vorticosa, affannata, tale da pregiudicare il rapporto con Dio…

 
R. - Senz’altro, c’è una certa refrattarietà del mondo secolarizzato. Ma per quanto riguarda questo specifico lavoro, abbiamo notato una certa attenzione e un certo interesse. C’è una certa curiosità nel conoscere la via e la preghiera di San Giovanni della Croce, ad esempio, o la via e la preghiera di Sant’Ignazio di Lojola. Come se quasi i nostri fedeli - perché è stato richiesto il volume anche da parecchi parroci - volessero riprovare il piacere di un percorso storiografico su ciò che noi diamo tante volte per scontato.

 
D. - E’ ben evidenziato il rapporto tra preghiera cristiana e preghiera di altre religioni. Quali sono sotto questo aspetto le differenze e le affinità?

 
R. - Si privilegiano, a dire la verità, le affinità e quindi l’unione di fede in Dio. Le differenze andrebbero accentuate e verificate in studi successivi. Sono interessanti le chiavi di lettura che vengono date ai vari secoli e che realizzano una sorta di contesto, di cornice, all’interno della quale vengono poi sviluppate particolari esperienze e particolari voci.

 
D. - Un altro tema che mi ha incuriosito è quello posto al termine dell’opera: si tratta di siti sulla preghiera. Ma si può oggi pregare anche davvero con Internet?

 
R. - La preghiera si può ispirare dappertutto e come diceva lo spiritualità inglese Tomsin “solleva una pietra, sentirai lo svolazzare delle ali di un angelo”. Il problema non è tanto questo, quanto il fatto che la preghiera è un’esperienza personale e di incontro con Dio, comunitaria e di incontro fra noi, la comunità e Dio stesso. Il limite, quindi, di questi siti e del web è quello isolare, a volte, la persona che prega, ma può essere anche un strumento per avvicinare l’uomo a Dio. Il sito non realizza però, certamente, l’esperienza viva e palpitante di una comunità che prega.







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