kosovo L'Amministratore Apostolico dice sì al nuovo statoma chiede ilrispetto della
minoranza serba
STRASBURGO, 19feb08 - La Chiesa cattolica del Kosovo sostiene la creazione dello stato
kosovaro ma è prioritario garantire i diritti della minoranza serba. La strada per
conseguire questo scopo è il perdono con la riconciliazione. E’ in sintesi quanto
ha affermato mons. Dodë Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo intervenuto
oggi al Parlamento europeo di Strasburgo. Il processo di formazione dello Stato del
Kosovo, sostenuto dall’Ue, deve garantire la stabilità e la pace e i diritti delle
minoranze, “soprattutto dei serbi” ha dichiarato. “In generale, gli albanesi sono
pro-europei e pro-cristiani, perché non vogliono e possono negare i nostri valori
comuni, creati nel corso della storia”, ha spiegato mons. Gjergji. Una realtà che
“consente una specie di islamismo tradizionale e moderato, che è orientato apertamente
e particolarmente verso i valori umani, nonché alla società occidentale”. Il vescovo
ha illustrato il ruolo della Chiesa cattolica nel dialogo ecumenico. “Ricerchiamo
il dialogo ecumenico con la Chiesa serbo-ortodossa, poiché siamo entrambi Chiese cristiane.
In passato abbiamo registrato buoni successi. Ma dopo la guerra del 1999 non siamo
più riusciti a mantenere questo livello di comunicazione, poiché la Chiesa serbo-ortodossa
è oggi ancora connotata politicamente”, ha osservato. Mons. Gjergji ha poi delineato
il ruolo della Chiesa cattolica in Kosovo: “costruire un ponte tra due realtà, l’islamismo
degli albanesi e i cristiani per lo più serbo-ortodossi. Ci sforziamo di dare il miglior
contributo possibile, per creare buone condizioni per un dialogo, consentendo a tal
fine una convivenza pacifica per tutti coloro che vivono in Kosovo”. “Solo con un
dialogo tra Chiese, religioni ed etnie, è possibile creare e mantenere il mosaico
di gruppi di popoli, religioni, diverse lingue e tradizioni in Kosovo e nell’intera
regione”, ha ribadito.”Il nostro parere sul futuro del Kosovo è immutato. Ribadiamo
che il perdono e la riconciliazione sono l’unica via da seguire. La volontà della
maggioranza deve essere rispettata. E questa volontà deve essere sostenuta da tutti
i fattori interni ed esterni, affinché sia possibile garantire la pace in questa regione
dell’Europa. Continuiamo inoltre ad adoperarci – ha concluso l’Amministratore Apostolico
- affinché l’energia dei singoli e l’energia collettiva della maggioranza siano giustificate
dal diritto naturale dell’autodeterminazione solo nella misura in cui tali energie
vengano impiegate per garantire la responsabilità per la sicurezza delle minoranze,
siano esse nazionali o religiose. Sicurezza costante ed equiparazione in virtù del
diritto e della pace”. (Sir-MANCINI)