Nello Sri Lanka, leader religiosi e uomini d’affari a confronto per costruire un
futuro di pace
Unire le forze per uscire dalla crisi che attanaglia lo Sri Lanka: è quanto si propongono
leader religiosi, uomini d’affari e associazioni di professionisti del Paese asiatico.
A dare notizia di questa inedita sinergia è l’agenzia AsiaNews. Il prossimo 23 febbraio,
dunque, il Congresso delle religioni, la Camera di commercio di Ceylon, l’Organizzazione
delle associazioni professionali e il Fondo legge e società, riuniranno i loro rappresentanti
per redigere una proposta ambiziosa: mettere fine alla guerra, attuare riforme elettorali
e garantire la libertà di stampa. Il documento verrà presentato al presidente dello
Sri Lanka, Mahinda Rajapakse, come pure al leader dell’opposizione politica Ranil
Wickremesinghe. Si tratta – rileva AsiaNews – di un compito difficile. Lo riconosce,
d’altra parte, lo stesso presidente del Congresso delle religioni, il monaco buddista
Ittepane Dhammalankara, secondo cui lo scoglio più grande da superare sarà la diminuzione
dei poteri del capo di Stato in un’ipotesi di devoluzione concessa al nord e all’est
dell’isola, rivendicate dai ribelli tamil. Dal canto suo, mons. Oswald Gomis, arcivescovo
cattolico di Colombo e membro fondatore del Congresso delle religioni, ritiene che
è impossibile affrontare i gravi problemi del Paese senza un approccio bipartisan
e la collaborazione dei maggiori partiti: l’alleanza composta da SLFP (Sri Lanka Freedom
Party) al potere alleato con il JVP e l’UNP (United National Party). Per il vescovo
anglicano della capitale, Duleep de Chickera, è auspicabile stilare una sorta di “road
map” per rimettere il Paese sulla strada giusta. (A.G.)