L’episcopato cattolico d’Inghilterra risponde alle aperture del primate anglicano
Rowan Williams alla sharia
“Occorre fare una distinzione tra il riconoscimento legale dei tribunali religiosi
e il bisogno per la legislazione di venire incontro alle esigenze di chi pratica una
religione”. La Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles commenta così
le dichiarazioni del primate anglicano Rowan Williams riguardo all’introduzione di
parti della sharia nel sistema giuridico del Regno Unito. Secondo i presuli, riferisce
l’agenzia Sir, l’arcivescovo di Canterbury ha fatto questa distinzione quando ha parlato
della sharia ma essa non è stata colta dai media. “Nell’articolo 9 della legge sui
diritti umani e in molti aspetti della legislazione britannica – affermano - si contempla
il punto di vista dei credenti quando si consente alle scuole cattoliche di scegliere
un cattolico come preside o si permette a un dottore di fare obiezione di coscienza
all’aborto”. Diverso è il problema del riconoscimento dei tribunali religiosi. Benché
la Chiesa Cattolica abbia un proprio diritto canonico e un sistema di tribunali in
materia di matrimoni e divorzi, avverte la conferenza episcopale, “le decisioni di
questi tribunali non hanno valore giuridico nei tribunali civili del Paese e la Chiesa
non si è mai battuta in questa direzione”. Per i vescovi inglesi, conclude l’agenzia
Sir, “è importante che la legge del Regno Unito abbia valore universale e sia uguale
per tutti i cittadini. Lo Stato deve dare spazio alle esigenze di chi pratica una
religione ma senza indebolire il bene comune”. (A.G.)