La difesa della vita, obiettivo della Campagna di Fraternità della Chiesa brasiliana:
intervista con il cardinale Scherer
Prosegue in Brasile l’annuale Campagna di Fraternità promossa dalla Chiesa brasiliana
per il tempo di Quaresima, dedicata quest’anno al tema della difesa della vita. Sui
motivi di questa scelta, Cristiane Murray ha intervistato il cardinale Odilo
Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, che domenica scorsa ha preso possesso
del titolo della chiesa romanda di Sant'Andrea al Quirinale:
R. -
La vita perché in tante situazioni è minacciata. Rischiamo molte volte, riguardo alla
vita umana, di avere un rapporto di utilità, un rapporto che fa dimenticare anche
il valore unico della vita della persona. Quindi, la Chiesa in Brasile ha voluto prendere
questo tema durante la Quaresima 2008 per aiutare la comunità ecclesiale, ma anche
tutta la società, a fare una riflessione in profondità su quegli argomenti. Noi dobbiamo
essere contrari alle decisioni aggressive e contro la vita umana, mi riferisco in
particolare a tre questioni: l’aborto, l’eutanasia e l’impiego di embrioni umani nella
ricerca scientifica.
D. - Si tratta dunque di un
lavoro di presa di coscienza rispetto al fatto che difendere la vita non è solo una
questione religiosa...
R. - Certo, non è una questione
solo religiosa, ma riguarda tutti. Anche la vita di coloro che non credono è importante
e deve essere rispettata sempre. E anche loro, anche se non credono in Dio, sono tenuti
a rispettare la vita di altre persone. Quindi, non è una questione di religione, è
una questione etica collettiva. Peraltro, è importante dire una parola molto chiara
in difesa della vita in tutte le circostanze, perché è molto facile oggi trovare argomenti
che in qualche maniera giustifichino la soppressione della vita prima del tempo -
con l’eutanasia, o l’uso di embrioni umani, che sono già esseri umani - per fare ricerche
scientifiche, poiché da queste ricerche potrebbero risultare cose utili per la guarigione
da malattie e così via. O altrimenti, i tanti aborti che si fanno semplicemente perchè
il bambino potrebbe venire in un momento inaspettato o perché la donna non vuole il
bambino in quel momento. Quindi, si fa ricorso all’aborto per tante ragioni: che ci
fanno comodo, che fanno comodo alla società, fanno comodo alle persone coinvolte,
ma non rendono giustizia alla persona, che è quella che perde la vita, cioè l’embrione,
il bambino che ancora non è nato.