2008-02-16 12:12:06

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa seconda Domenica di Quaresima la Liturgia ci propone il Vangelo della Trasfigurazione. Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Poi udirono una voce che diceva:

«Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


Raccontando l'episodio occorso su quell'«alto monte», Pietro dirà: «Non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate ... ma perché siamo stati testimoni oculari della Sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre ... quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce ...» (2 Pt 1, 16-17).    A Pietro fa eco Giovanni: «Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre» (Gv 1, 14).    Ma che cosa hanno visto Pietro, Giacomo e Giovanni? Essi parlano di 'gloria'. La gloria ha a che fare con l'essere, con l'essere di Dio. Essi non hanno visto Gesù diventare quel che prima non era, ma mostrare loro e renderli partecipi di uno spiraglio del Suo essere, di quel che già era. Questa è anche la trasfigurazione cristiana. Non è il "dover essere", ma è l'essere che non viene più coperto e oscurato dal niente, cioè, dal male. Ogni battezzato porta in sé questa partecipazione all'essere di Dio in virtù del Sacramento. Ma chi lascia che la «gloria» che in lui è già tutta presente si esprima, risplenda e venga alla luce? Chi di noi è uno specchio terso? Dopo Pietro e Giovanni ascoltiamo anche Paolo: «E noi tutti a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati [trasfigurati] in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18).







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