Preghiera e iniziative di solidarietà dei missionari per fermare le violenze in Kenya
Durante il periodo di Quaresima saranno intensificate le preghiere per le vittime
degli scontri e per le migliaia di sfollati in Kenya. E' un segno di solidarietà,
lanciato dai missionari della Consolata, per aiutare i keniani a comprendere i risvolti
negativi degli scontri etnici e i danni economici provocati al Paese. “Purtroppo,
gli scontri verificatesi tra i sostenitori del presidente Kibaki e quelli del leader
dell’opposizione Odinga hanno danneggiato l’immagine del Kenya” – dice padre Marino
Gemma, missionario e parroco della Chiesa della Consolata a Nairobi. “Rischiano di
provocare divisioni etniche - prosegue il missionario - che prima non esistevano.
Il Paese - sottolinea il quotidiano della Santa Sede, l'Osservatore Romano, è diventato
teatro di conflitti pianificati prima ancora che le elezioni presidenziali emettessero
il loro verdetto”. Padre Marino Gemma ha quindi aggiunto: “La politica del tribalismo
sta creando anarchia e separazione”. Da oltre un secolo in Kenya, per opera dei missionari
della Consolata, sono stati realizzati ospedali, scuole e dispensari sempre in collaborazione
con la gente del luogo. Padre Gemma sottolinea inoltre che “la Chiesa cattolica e
le altre Chiese stanno compiendo sforzi enormi per riconciliare il popolo”. Ha aggiunto,
infine, che “sono stati lanciati accorati appelli ai politici e molta fiducia viene
posta alla mediazione di Kofi Annan”, ex segretario generale delle Nazioni Unite.
(M.B.)