2008-02-15 15:11:04

In Italia cresce il dibattito sull'aborto e sul valore della vita umana


In queste settimane in Italia si è riacceso il dibattito sulla questione dell’aborto: ieri in varie città italiane si sono svolte manifestazioni a sostegno della Legge 194 sull’interruzione di gravidanza dopo la vicenda dell’intervento della polizia al nuovo Policlinico di Napoli. Tanti gli slogan inneggianti al diritto all'aborto. Ma nello stesso tempo sembra crescere nell’opinione pubblica una nuova consapevolezza del valore della vita fin dal concepimento. E sono tanti ad affermare come la 194 sia rimasta inapplicata nella parte che riguarda la prevenzione degli aborti. A questo proposito Alessandro Guarasci ha intervistato la presidente dei Centri per l’aiuto alla vita di Napoli Paola Mancini e il cardiologo Michele Battista dell’ospedale romano “Cristo Re”:RealAudioMP3


D. - Signora Mancini nei consultori italiani c’è sufficiente informazione secondo lei?

 
R. – L’informazione dettagliata e specifica è carente. Penso che se ci fosse un’informazione più dettagliata forse molti aborti non ci sarebbero.

 
D. – Il fattore economico secondo lei è fondamentale per una donna che decide di abortire?

 
R. –Se tante donne sapessero della realtà del progetto “Gemma” che noi abbiamo come Movimento per la vita italiano, cioè la possibilità per una donna, che desidera abortire per ragioni economiche, dell’aiuto economico che il Movimento per la vita offre a una donna per 18 mesi e anche oltre se necessario, credo che tante donne non abortirebbero. Tante volte non si capisce che il Movimento per la vita viene proprio incontro alle donne per aiutarle, non per ostacolarle o per impedirle nessuna altra libera decisione.

 
D. – Dottor Battista, lei opera bambini cardiopatici che i medici non volevano far nascere. Come è possibile questo?

 
R. – Oggi si riescono ad operare cardiopatie che una volta erano terribili, incurabili. Mi viene in mente un caso di cuore univentricolare: il padre venne da me perché gli era stato consigliato dal ginecologo di interrompere la gravidanza perché la cardiopatia era molto grave. Il bambino oggi sta benissimo, cresce ed è forte. Il problema è che a volte i ginecologi si sostituiscono al cardiologo, ma per quanto riguarda il mio campo chi è che deve dire l’ultima parola sulla possibilità di curare una cardiopatia è il cardiologo. Molte volte invece i ginecologi abusano di un ruolo che non è loro e quindi si spaventano di fronte a una cardiopatia che è perfettamente curabile e consigliano l’interruzione perchè per alcuni ginecologi l’interruzione di gravidanza è come l’estrazione di un dente.

 
D. – Questo numero di cardiopatie che possono essere curate sta crescendo con gli anni?

 
R. – Certo, perché man mano che si affinano le tecniche chirurgiche crescono le cardiopatie che sono curabili. Purtroppo i genitori interrompono la gravidanza molte volte più per paura di affrontare un evento per loro sgradevole, come quella di un figlio che nasce con una malattia e che deve affrontare degli interventi chirurgici, piuttosto che per un vero motivo. In questo, però, la responsabilità, io sostengo, è sempre di noi medici, perché siamo sempre noi medici che diamo i consigli sbagliati.

 
D. - Quanto lei dice non ripropone comunque l’esigenza di creare nei consultori un vero pull di medici?

 R. – Soprattutto di medici ben formati. Infatti, noi cardiologi da anni stiamo facendo dei corsi per i ginecologi per renderli consapevoli che quelle cardiopatie per le quali consigliavano in maniera affrettata l’interruzione di gravidanza sono invece curabilissime.







All the contents on this site are copyrighted ©.