Il cardinale Pengo sottolinea l’impossibilità per l’Africa di decidere sull’uso delle
proprie risorse
“L’Africa non è più un Continente emarginato, dal punto di vista politico. Il ruolo
dell’Africa nello sviluppo economico, però, rimane marginale. Questa è un’ingiustizia
a livello globale”. Con queste parole il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di
Dar es Salaam e presidente del comitato permanente del simposio delle Conferenze episcopali
di Africa e Madagascar, sottolinea le conseguenze negative degli scambi economici
globali sull’economia dei Paesi africani. Nella relazione “La giustizia per i poveri
in Africa” per la Conferenza internazionale che si è tenuta nei giorni scorsi a Johannesburg,
in Sudafrica, il porporato non si dice pregiudizialmente contrario alla cosiddetta
“globalizzazione”. Riconosce che “la globalizzazione offre opportunità alle popolazioni
africane. I moderni sistemi di comunicazione hanno reso possibile all’Africa l’accesso
al progresso economico e scientifico globale”. Ma tante persone però – osserva il
cardinale – “non hanno le conoscenze di base e l’educazione sufficiente per utilizzare
queste opportunità”. La scarsa valorizzazione del “capitale umano” delle persone è
quindi ritenuto uno dei mali che ancora impediscono al continente di offrire alle
proprie popolazioni condizioni di vita migliori. Un’altra causa, sottolinea il cardinale
Pengo, sono le ingiustizie dei rapporti commerciali internazionali: l’Africa difficilmente
ha il potere negoziale di decidere sull’uso delle proprie risorse. Il Continente è
soggetto alle decisioni che sono prese altrove”. Per questo motivo – riferisce infine
l’agenzia Fides - i vescovi africani intendono “portare la voce degli africani nella
Chiesa universale, al fine che questa possa sostenere l’Africa di fronte al mondo
secolare”. (A.L.)