2008-02-15 16:23:28

A Pristina, annunciata l'indipendenza del Kosovo per domenica 17 febbraio, ma il premier Thaci non conferma


Il Kosovo proclamerà la sua indipendenza domenica 17. Lo ha dichiarato il portavoce del futuro premier kosovaro Thaci. Lo stesso Thaci non ha però confermato la data della proclamazione nel corso di un’attesissima conferenza stampa tenutasi stamani a Pristina. Sempre questa mattina il Parlamento del Kosovo aveva approvato una mozione che permette di adottare le leggi necessarie all'atto di secessione da Belgrado. La dichiarazione del portavoce del leader kosovaro lascia comunque con il fiato sospeso la comunità internazionale, che ieri ha dovuto registrare la risoluzione del governo serbo che dichiara "invalido e illegale" ogni atto unilaterale a favore dell'indipendenza da parte della provincia serba. Posizione sostanzialmente sostenuta dal presidente russo, Vladimir Putin, che ha ribadito la sua assoluta contrarietà al distacco definitivo del Kosovo dalla Serbia. Intanto si teme per un'escalation della tensione sul terreno, come dimostra l’esplosione avvenuta questa mattina a Mitrovica, città del Kosovo settentrionale, nei pressi della sede che dovrebbe ospitare la missione UE.

Africa-Bush
Al via nelle prossime ore il nuovo viaggio del presidente statunitense George W. Bush in Africa. Il capo della Casa Bianca, ormai a fine mandato presidenziale, visiterà Benin, Tanzania, Rwanda, Ghana e Liberia. In primo piano gli aiuti per la lotta alle epidemie, come l'AIDS e la malaria, e i programmi contro la povertà. Ma non mancheranno i nodi delle crisi attuali in Darfur e Kenya, come pure le occasioni per parlare di crescita economica, investimenti e commercio. Sul perché ora Bush torni in missione nel continente africano, Giada Aquilino ha intervistato Raffaello Zordan, esperto di Africa della rivista dei comboniani Nigrizia:RealAudioMP3


R. - Noi pensiamo che il presidente Bush vada nelle diverse capitali africane a ribadire la visione americana riguardo al Continente, cioè stringere alleanze con nuovi Stati per combattere il terrorismo internazionale; in seconda battuta, contrastare – proprio sul piano delle alleanze - la fortissima presenza cinese nel Continente; e poi assicurarsi il controllo delle fonti di approvvigionamento energetico e di minerali. Non dimentichiamo che oggi il 15 per cento delle importazioni statunitensi di petrolio arriva dall’Africa; ma nei progetti americani, questa percentuale dovrebbe salire nell’arco dei prossimi 10 anni tra il 25 e il 35 per cento.

 
D. – Bush va quindi in Africa anche come investitore. Com’è cambiata la presenza statunitense nell’area di fronte a nuove potenze che lì investono, proprio come la Cina?

 
R. – Gli americani, in realtà, non hanno mai fatto troppi passi indietro da questo punto di vista. Sono molto attenti ad investire, soprattutto nel campo delle risorse petrolifere. Lo hanno fatto – e lo stanno facendo – per esempio in Sudan. Hanno una forte attenzione per tutta l’area del Golfo di Guinea, per l’approvvigionamento petrolifero. Non dimentichiamoci che nell’arcipelago di Sao Tomé e Principe hanno intenzione – lo hanno dichiarato più volte – di voler impiantare una base aeronavale in acque profonde, che appunto servirebbe per controllare tutta quell’area di investimenti, dal punto di vista industriale e geostrategico.

Kenya
In Kenya, è stato firmato un accordo tra le due parti in lotta dalle elezioni presidenziali dello scorso 27 dicembre. A margine di due giorni di colloqui a porte chiuse, presieduti dall’mediatore dell'Unione africana ed ex segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, si è raggiunta un’intesa che prevede tra l’altro la scrittura congiunta di una nuova costituzione entro un anno. Ulteriori dettagli saranno definiti nei prossimi negoziati.

 Ciad

In Ciad è entrato in vigore lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. Ad istituirlo un decreto del presidente della repubblica, Idriss Deby, che ordina ai “governatori delle regioni di mobilitare tutti i mezzi umani e materiali disponibili per restituire l'ordine pubblico”. Lo stato di emergenza prevede il coprifuoco da mezzanotte alle ore 6 e autorizza perquisizioni a domicilio ed il controllo dei mezzi di informazione. Questa decisione straordinaria rientra nell’ambito delle misure adottate per restaurare l'ordine e la stabilità del governo dopo il ritiro delle forze ribelli.


Medio Oriente
“Israele non si lascia intimorire dalle minacce di Hezbollah”, così il ministro degli Esteri israeliano, Tzpi Livni, ha risposto alle dure minacce dal leader di Hezbollah Nasrallah, lanciate ieri a Beirut, in occasione dei funerali di Mughniyeh, numero due del movimento, ucciso martedì a Damasco. Ma sono diversi i gruppi islamici che continuano ad addossare la responsabilità dell'omicidio di Mughniyeh ad Israele. Un’accusa che viene respinta dal governo di Ehud Olmert, che ha comunque alzato il livello di allarme nelle sue rappresentanze in tutto il mondo per timore di azioni di rappresaglia.

Iraq
Il presidente iraniano Ahmadinejad si recherà in visita in Iraq il prossimo 2 Marzo. L’annuncio ufficiale, atteso da diverso tempo, è arrivato ieri per bocca del portavoce del governo di Baghdad, Ali Dabbagh. Ahmadinejad rimarrà due giorni nella capitale irachena dove incontrerà le più alte autorità locali. Si tratta di un evento di portata storica e di un importante segnale di distensione tra due Paesi tradizionalmente rivali. Nel Paese del golfo tuttavia resta alta la tensione sul terreno. Sette guerriglieri di al-Qaeda sono stati uccisi nel nord dell’Iraq in un raid condotto dalle forze governative e dall’esercito statunitense.

USA - Primarie John McCain mette una seria ipoteca sulla nomination repubblicana dopo aver incassato l’appoggio di Mitt Romney, che ha deciso di trasferire i suoi delegati in favore dell’ex rivale, sollecitando tutti i repubblicani a unirsi alla sua campagna. Intanto, in casa democratica si registra la vittoria nel New Mexico da parte della Clinton . Resta, però, intatto il vantaggio nel conto dei delegati conquistato da Obama dopo una lunga serie di successi iniziata con il “Super martedì”.

USA - Strage
Ennesima strage in un’università degli Stati Uniti. Un ex studente armato con due pistole ed un fucile ha fatto irruzione in un'aula affollata della Northern Illinois University, uccidendo sei persone e ferendone altre 16 prima di togliersi la vita. La tragedia è avvenuta a soli dieci mesi dal massacro più grave mai avvenuto in un istituto americano, quello del Virginia Tech, dove il 16 aprile 2007 uno studente di origini sudcoreane aprì il fuoco contro studenti ed insegnanti, provocando 32 vittime.

 Italia-Politica
 A poco più di 20 giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni politiche del 13 aprile, gli schieramenti sono alle prese con i nodi delle alleanze. Ore decisive per i centristi dell’UDC e dell’Udeur, entrambe decise a correre ognuno per conto proprio. Problemi anche nel centrosinistra, dopo l’intesa tra Partito Democratico e Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Intanto, il capo dello Stato invita le forze politiche a mantenere toni pacati in campagna elettorale. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


L’UDC sembra ormai decisa a correre da sola, pronta ad andare all’opposizione in caso di vittoria del centrodestra. E’ la novità principale di queste ore di campagna elettorale. Una posizione che se sarà confermata segna la fine di un’alleanza durata 15 anni. Casini non intende dunque rinunciare al proprio simbolo come gli chiede Berlusconi per continuare a chiedergli di entrare nel Popolo delle Libertà come hanno fatto Forza Italia e Alleanza nazionale. Ma il leader UDC non ci sta, osserva che alla Lega è stato concesso di apparentarsi mantenendo il suo simbolo. Casini sarà dunque il candidato premier e intende rivolgersi a tutto lo schieramento centrista, dalla Rosa Bianca di Pezzotta e Tabacci all’ala moderata del Partito Democratico, fino all’Udeur di Mastella, pure deciso a presentarsi con il proprio simbolo rinunciando ad allearsi con il PDL. E un polo centrista potrebbe riaprire la partita elettorale, almeno per quanto riguarda il Senato. Le fibrillazioni nella vecchia CDL sono naturalmente guardate con grande interesse dal Partito Democratico di Veltroni, in partenza col suo pullman ecologico alla volta delle 110 province italiane. E annuncia: dopo il voto non ci sarà comunque un grande coalizione. Ma anche per Veltroni le alleanze non sono un capitolo chiuso. La decisione di presentare il PD da solo è stata attenuata dall’intesa con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, che avrà anche il suo simbolo. L’accordo è criticato particolarmente dalla Sinistra di Bertinotti, ma anche dai socialisti di Boselli e dai Radicali che almeno per il momento non hanno avuto lo stesso risultato ottenuto da Di Pietro. Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha formalizzato "l’election day". Il 13 e 14 aprile si voterà dunque sia per rinnovare il Parlamento nazionale, sia per rinnovare alcune amministrazioni locali. In tutto alle urne saranno chiamati poco più di 39 milioni di italiani. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 46

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