2008-02-14 13:08:55

Ripensare in modo radicale la società dei consumi: così la CEI per la Giornata per la salvaguardia del Creato


“L’impatto ambientale della società dei consumi sta diventando insopportabile per il pianeta”. Così la Conferenza episcopale italiana nel Messaggio per la terza Giornata per la salvaguardia del Creato, che ricorrerà il prossimo primo settembre. Il documento, dal titolo “Una nuova sobrietà per abitare la terra”, si rivolge soprattutto ai Paesi industrializzati, responsabili di “incentivare il desiderio di beni diversi e sempre nuovi. La CEI chiede “una conversione ecologica” e un “profondo rinnovamento delle forme di consumo”. Nel messaggio si denuncia anche il vasto degrado che minaccia oggi il Pianeta danneggiando “anzitutto i soggetti più svantaggiati”. La questione ambientale, scrivono i vescovi, “è indubbiamente collegata a comportamenti e stili di vita ormai tipici dei Paesi industrializzati” e a quella “società dei consumi” che “incentiva il desiderio di beni diversi e sempre nuovi”. Da qui l’appello dell’episcopato alle istituzioni politiche perché promuovano “un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo”. Centrale, inoltre, il ruolo educativo delle comunità ecclesiastiche che hanno il compito, sottolinea la CEI, di valorizzare nuove forme di essenzialità, scoraggiando “i consumi non realmente necessari” e sostenendo “tutti quegli accorgimenti per la riduzione dell’impatto ambientale messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnica”. A cominciare da “un uso efficiente dell’energia”. “Tale dinamica – si legge nel messaggio – potrà trovare alimento in una spiritualità eucaristica, capace di promuovere l’apprezzamento e la gratitudine per quanto ci è dato, orientando a gustare con sapienza la densità dei beni della creazione, senza cedere alla tentazione che induce a volerne sempre di più”. Infine la questione dei rifiuti, un’emergenza “che mette a rischio le stesse modalità di un’ordinata convivenza sociale”. È una responsabilità – scrivono i vescovi – che chiama direttamente in causa le istituzioni” e che deve essere gestita nel segno della solidarietà. D’altra parte, però “una politica dei rifiuti non può essere efficace se gli stessi cittadini non divengono protagonisti della loro gestione attiva, favorendo il diffondersi di comportamenti corresponsabili”. “Laddove crescono relazioni armoniose e giuste – conclude il messaggio – anche la gestione delle risorse diventa “occasione di progresso”. (A cura di Silvia Gusmano) RealAudioMP3







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