Ripensare in modo radicale la società dei consumi: così la CEI per la Giornata per
la salvaguardia del Creato
“L’impatto ambientale della società dei consumi sta diventando insopportabile per
il pianeta”. Così la Conferenza episcopale italiana nel Messaggio per la terza Giornata
per la salvaguardia del Creato, che ricorrerà il prossimo primo settembre. Il documento,
dal titolo “Una nuova sobrietà per abitare la terra”, si rivolge soprattutto ai Paesi
industrializzati, responsabili di “incentivare il desiderio di beni diversi e sempre
nuovi. La CEI chiede “una conversione ecologica” e un “profondo rinnovamento delle
forme di consumo”. Nel messaggio si denuncia anche il vasto degrado che minaccia oggi
il Pianeta danneggiando “anzitutto i soggetti più svantaggiati”. La questione ambientale,
scrivono i vescovi, “è indubbiamente collegata a comportamenti e stili di vita ormai
tipici dei Paesi industrializzati” e a quella “società dei consumi” che “incentiva
il desiderio di beni diversi e sempre nuovi”. Da qui l’appello dell’episcopato alle
istituzioni politiche perché promuovano “un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare
una buona qualità della vita con la riduzione del consumo”. Centrale, inoltre, il
ruolo educativo delle comunità ecclesiastiche che hanno il compito, sottolinea la
CEI, di valorizzare nuove forme di essenzialità, scoraggiando “i consumi non realmente
necessari” e sostenendo “tutti quegli accorgimenti per la riduzione dell’impatto ambientale
messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnica”. A cominciare da “un uso efficiente
dell’energia”. “Tale dinamica – si legge nel messaggio – potrà trovare alimento in
una spiritualità eucaristica, capace di promuovere l’apprezzamento e la gratitudine
per quanto ci è dato, orientando a gustare con sapienza la densità dei beni della
creazione, senza cedere alla tentazione che induce a volerne sempre di più”. Infine
la questione dei rifiuti, un’emergenza “che mette a rischio le stesse modalità di
un’ordinata convivenza sociale”. È una responsabilità – scrivono i vescovi – che
chiama direttamente in causa le istituzioni” e che deve essere gestita nel segno della
solidarietà. D’altra parte, però “una politica dei rifiuti non può essere efficace
se gli stessi cittadini non divengono protagonisti della loro gestione attiva, favorendo
il diffondersi di comportamenti corresponsabili”. “Laddove crescono relazioni armoniose
e giuste – conclude il messaggio – anche la gestione delle risorse diventa “occasione
di progresso”. (A cura di Silvia Gusmano)