2008-02-06 15:38:46

Sciolte le Camere in Italia. Elezioni anticipate il 13 e 14 aprile


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato questa mattina il decreto di scioglimento delle Camere, controfirmato dal premier dimissionario, Romano Prodi. Il Consiglio dei ministri ha fissato la data delle elezioni politiche per il 13 e 14 aprile. Ieri intanto, il governo aveva messo in agenda il 18 maggio il referendum elettorale, ma la consultazione slitterà al prossimo anno. Servizio di Giampiero Guadagni.RealAudioMP3


Si chiude dunque la XV legislatura, la seconda più breve della storia repubblicana, con i suoi 650 giorni di vita. Il capo dello Stato, dopo aver preso atto con rammarico del fallimento del mandato esplorativo di Franco Marini, ha sciolto le Camere e ha avviato l’Italia verso le nuove elezioni. Un ritorno alle urne così fortemente anticipato, ha osservato questa mattina Napolitano, costituisce una anomalia. Ma, ha aggiunto, si tratta di una decisione obbligata. Il presidente delle Repubblica, lo ha ribadito oggi, avrebbe preferito un accordo politico ampio per un governo funzionale alla riforma della legge elettorale. Napolitano invita le forze politiche a non tornare indietro sulla strada del dialogo sulle riforme, dialogo definito un’esigenza ineludibile del Paese. E in questo senso qualche segnale incoraggiante sta arrivando, almeno nei primissimi confronti di una campagna elettorale di fatto già iniziata. Per il momento, gli schieramenti sono occupati soprattutto a ridisegnare le loro alleanze. Il Partito democratico (PD) di Veltroni sembra ormai deciso a presentarsi da solo con un proprio programma. Sostegno dal premier dimissionario Prodi che però, ha confermato, non si ricandiderà alle elezioni. La sinistra pensa ad un accordo tecnico al Senato con il PD e potrebbe puntare su Fausto Bertinotti come candidato premier. Il processo di semplificazione messo in moto da Veltroni condiziona in qualche modo anche le scelte del centrodestra. Che ha ritrovato compattezza intorno alla leadership di Silvio Berlusconi, ma non vuole presentarsi all’elettorato con troppi simboli di partito. Sabato prossimo, peraltro l’UDEUR deciderà se entrare in questa alleanza. Forza Italia sollecita Mastella in tal senso. Ma deve vincere le perplessità di AN e Lega, contrari a nuovi ingressi nella Casa delle libertà. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

Gaza
Un militante palestinese è rimasto gravemente ferito da un missile sparato questa mattina da un aereo israeliano presso il campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha confermato il raid, affermando che era diretto contro una squadra di militanti pronti a sparare razzi contro Israele. Intanto, forze israeliane hanno arrestato la scorsa notte a Hebron, in Cisgiordania, il padre di uno dei due kamikaze dell'attentato suicida di lunedì scorso a Dimona, riferisce la radio Voce della Palestina. L'arresto di Salim Hirbawi, padre di Mohammed Hirbawi, è giunto dopo che ieri sera Hamas ha rivendicato formalmente l'attentato, nel quale è morta una donna israeliana. Il comunicato di Hamas è stato diramato a 30 ore dell'attentato, dopo che l'attacco era stato già rivendicato congiuntamente dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (PFLP) e da una frangia delle Brigate dei martiri di al Aqsa, legate al partito Fatah del presidente palestinese Abbas.

Pakistan
Un elicottero militare pakistano si è schiantato nelle zone tribali al confine con l'Afghanistan, nel Waziristan del sud, provocando la morte di almeno otto persone che si trovavano a bordo. Fra le vittime, il generale Javed Sultan, comandante delle forze basate a Kohat da cui dipende la massiccia offensiva in corso contro i talebani in corso nella regione. In un’intervista alla BBC, un portavoce militare ha assicurato che le cause dello schianto sono state un problema tecnico e il maltempo. Intanto, si profila una nuova sfida all'establishment militare a Perwez Musharraf. Generali e ammiragli in pensione, compreso un ex campo di Stato maggiore, si sono riuniti per la terza volta in due settimane a Rawalpindi - formalmente si trattava di un seminario sul Kashmir - per chiedere le dimissioni del presidente, fino allo scorso dicembre capo di Stato maggiore delle Forze armate. Ma l'occasione si è' presto trasformata in un’inedita manifestazione, in cui decine di uomini hanno sfilato lungo la strada principale della roccaforte militare pakistana scandendo slogan e canzoni contro Musharraf. La prima iniziativa di questo gruppo di pressione, la Società degli ex militari, risale allo scorso 22 gennaio, quando fu scritta anche una risoluzione in cui si chiedevano esplicitamente le dimissioni del presidente. Il generale Jamshed Gulzar Kiani, ex comandante di Rawalpindi mentre Musharraf era capo di stato maggiore, ha ricordato che nel 1999, subito dopo il golpe, Musharraf aveva definito un piano di azione in sette punti, nessuno dei quali, denuncia, è stato attuato.

Apertura in calo delle Borse europee dopo il forte ribasso delle asiatiche
La Borsa di Tokyo ha chiuso gli scambi in forte ribasso a -4,70%. La Borsa di Hong Kong ha aperto in forte ribasso. L'indice Hang Seng sprofonda a -5,4% per i timori di recessione negli Stati Uniti. Parigi, Francoforte, Milano e Londra aprono in calo. Nella seduta di ieri, complessivamente, le Borse europee hanno mandato in fumo 241 miliardi di capitalizzazione.

Rinviato l'accordo UE-Serbia
E' stata rinviata la firma dell'accordo politico tra UE e Serbia prevista per domani. Lo ha confermato il commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn. Il nostro servizio:RealAudioMP3


“Ostacoli politici e procedurali impediscono la decisione che autorizzi la firma dell'accordo politico”. E’ quanto spiega Olli Rehn, augurandosi che il problema possa essere risolto al più presto. Esprime grandissimo rammarico sottolineando che resta l’impegno e l'invito per quando sarà pronta la Serbia. La ragione del rinvio sta nelle violente polemiche deflagrate a Belgrado sul significato dell'accordo, proposto dai ministri degli Esteri dei Ventisette, la scorsa settimana a Bruxelles. Era un accordo proposto come tappa intermedia visto che alcuni stati membri chiedono come condizione per il vero e proprio Accordo di Stabilizzazione e associazione (ASA) la consegna al Tribunale internazionale dell'Aja dell'ex generale serbo-bosniaco, Ratko Mladic. Il nodo centrale, però, sembra essere tutto nella missione civile UE in Kosovo. Lunedì scorso, le capitali europee hanno confermato il via libera anche se resta da definire la data dell'avvio. Durissime le parole del premier Kostunica, ma anche il rieletto presidente europeista Tadic ha detto che "non vi è alcuna base legale per una missione UE in Kosovo".

26 morti per il tornado nel sud degli Stati Uniti
E’ stato aggiornato a 26 morti il bilancio delle vittime della serie di tornado che hanno colpito il sud degli Stati Uniti durante il "Supertuesday" elettorale. In Tennessee, dove un tornado ha colpito la città di Memphis e la contea di Nashville, le vittime sono salite a 12. Il bilancio si è aggravato anche in Arkansas con 11 morti, oltre alle tre persone che hanno perso la vita in una casa mobile in Kentucky.

Braccio di ferro Osce-Mosca sull'invio di osservatori alle presidenziali russe
L'OSCE potrebbe boicottare le elezioni presidenziali russe del 2 marzo, a causa delle restrizioni imposte da Mosca all'invio di ossservatori. Un tentativo di compromesso avanzato ieri dalla commissione elettorale russa è stato respinto dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che lo ha giudicato ancora insufficiente. In sostanza, l'OSCE vorrebbe che un primo gruppo di osservatori sia sul posto già a partire dal 15 febbraio. Il Cremlino, che in prima battuta aveva autorizzato il soggiorno solo a partire dal 28 febbraio, ha ora anticipato di una settimana. Troppo poco, ribatte l'ufficio di monitoraggio, per poter certificare l'assenza di irregolarità nei preparativi del voto. Il braccio di ferro rischia di esacerbare ulteriormente le polemiche in corso tra Russia e Unione Europea sulla correttezza di uno scrutinio che il candidato appoggiato dal Cremlino, il presidente di Gazprom, Dmitry Medvedev, è sicuro di vincere, con un margine di consenso intorno al 70 per cento. Uno scenario che consentirebbe a Vladimir Putin di lasciare la presidenza per assumere la carica di primo ministro.

Ucraina
La richiesta di avviare la procedura per entrare nella NATO provoca una zuffa al parlamento ucraino. Il presidente, Viktor Yushchenko, è stato costretto a rinviare il previsto discorso annuale sullo stato della nazione a causa delle proteste dell'opposizione. Il governo di Kiev ha chiesto all'Alleanza atlantica di autorizzare il Paese al primo passo nella lunga procedura che porta all'adesione. L'opposizione filorussa accusa l'esecutivo di andare contro la volontà dell'opinione pubblica. In effetti, secondo i sondaggi, 6 ucraini su 10 sono contrari all'ingresso nella NATO, con cui l'Ucraina comunque collabora fin dalla metà degli anni '90. Il governo va avanti promettendo un referendum se e quando verrà il momento vero e proprio dell'adesione al Trattato dell'Atlantico del nord. La Russia minaccia ritorsioni. Intanto Kiev, che ha bisogno della Russia, sostiene l'ingresso della Russia nell'organizzazione mondiale del commercio. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 37

 
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