Un neonato vitale,
anche se prematuro, va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio e
quindi assistito adeguatamente. Lo affermano in un documento, pubblicato in occasione
della 'Giornata per la Vita', i direttori delle cliniche ginecologiche delle università
romane. Il testo riafferma il diritto-dovere del medico di rianimare il feto vitale,
anche contro il consenso della madre e prende atto dei progressi tecnologici degli
ultimi decenni che hanno aumentato le possibilità di sopravvivenza dei bimbi nati
prematuri anche sotto le 25 settimane.