2008-02-03 14:33:40

Ballottaggio presidenziale in Serbia


Serbia al ballottaggio oggi per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Urne aperte fino alle 20 di questa sera, sono quasi 7 milioni i cittadini chiamati a votare sotto gli occhi di circa 3 mila osservatori internazionali. A contendersi la carica di capo dello Stato sono Boris Tadic, considerato il simbolo della Serbia liberale, e Tomislav Nikolic, esponente dell’ala più nazionalista. Tra le discriminanti di queste elezioni, soprattutto la questione dell’indipendenza del Kosovo. Ma quali sono le reali differenze tra i due candidati su questa questione? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Alessandro Marzomagno, esperto di questioni Balcaniche: RealAudioMP3

R. - Diciamo che il problema principale è che una buona parte dell’elettorato serbo più avanzato, i giovani, le classi più colte, sono assolutamente stanchi di queste tematiche, di questi dibattiti. E’ probabile che non andranno a votare, per cui alla fin fine andranno a votare quelli invece che si oppongono con tutte le loro forze all’indipendenza del Kosovo e che quindi potrebbero fare una scelta nazionalista.

D. – Agli occhi dell’occidente si presenta sempre Tadic come il liberale, filo-europeista, mentre Nicolic è il nazionalista. E’ effettivamente così netta questa divisone?

 
R. – Sono vere entrambe le cose. Diciamo che in realtà tutti sono contrarissimi all’indipendenza del Kosovo, considerata culla della civiltà serba. Le posizioni sono rigide, solo che c’è qualcuno che è più realista, e quindi è più disposto a discutere i contorni – diciamo - anche se non la sostanza. Invece c’è qualcuno poi che assolutamente non è disposto a discutere. Diciamo che alla Serbia viene posto un baratto: il baratto è l’Unione Europea in cambio dell’indipendenza del Kosovo.

 
D. – Comunque l’esito si può dire che è assolutamente non scontato viste le variabili che sono in gioco?

 
R. – Sì, assolutamente. Come sempre i Balcani producono più storia di quanta non riescano a assorbire loro ed anche i loro vicini, in questo momento, e tutta l’Unione Europea. Pensiamo che alla fin fine la guerra è cominciata nel 1991 e ora siamo nel 2008 e di fatto non è ancora finita
 









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