Serbia al ballottaggio oggi per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Urne aperte fino alle 20 di questa sera, sono quasi 7 milioni i cittadini chiamati
a votare sotto gli occhi di circa 3 mila osservatori internazionali. A contendersi
la carica di capo dello Stato sono Boris Tadic, considerato il simbolo della Serbia
liberale, e Tomislav Nikolic, esponente dell’ala più nazionalista. Tra le discriminanti
di queste elezioni, soprattutto la questione dell’indipendenza del Kosovo. Ma quali
sono le reali differenze tra i due candidati su questa questione? Stefano Leszczynski
lo ha chiesto a Alessandro Marzomagno, esperto di questioni Balcaniche:
R. - Diciamo
che il problema principale è che una buona parte dell’elettorato serbo più avanzato,
i giovani, le classi più colte, sono assolutamente stanchi di queste tematiche, di
questi dibattiti. E’ probabile che non andranno a votare, per cui alla fin fine andranno
a votare quelli invece che si oppongono con tutte le loro forze all’indipendenza del
Kosovo e che quindi potrebbero fare una scelta nazionalista.
D. – Agli
occhi dell’occidente si presenta sempre Tadic come il liberale, filo-europeista, mentre
Nicolic è il nazionalista. E’ effettivamente così netta questa divisone?
R.
– Sono vere entrambe le cose. Diciamo che in realtà tutti sono contrarissimi all’indipendenza
del Kosovo, considerata culla della civiltà serba. Le posizioni sono rigide, solo
che c’è qualcuno che è più realista, e quindi è più disposto a discutere i contorni
– diciamo - anche se non la sostanza. Invece c’è qualcuno poi che assolutamente non
è disposto a discutere. Diciamo che alla Serbia viene posto un baratto: il baratto
è l’Unione Europea in cambio dell’indipendenza del Kosovo.
D.
– Comunque l’esito si può dire che è assolutamente non scontato viste le variabili
che sono in gioco?
R. – Sì, assolutamente. Come sempre
i Balcani producono più storia di quanta non riescano a assorbire loro ed anche i
loro vicini, in questo momento, e tutta l’Unione Europea. Pensiamo che alla fin fine
la guerra è cominciata nel 1991 e ora siamo nel 2008 e di fatto non è ancora finita