2008-02-01 15:14:42

"Ultima deriva della procreazione artificiale": così mons. Sgreccia commenta la notizia di una ipotetica tecnica che permetterebbe alla donna di procreare figli da sola


E’ “l’ultima deriva di una procreazione artificiale che prescinde non solo dall’unione uomo - donna dal punto di vista affettivo, ma anche biologico”. E’ quanto sottolinea il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Elio Sgreccia, dopo la notizia, proveniente da ambienti scientifici britannici, della sperimentazione su topi di una tecnica che potrebbe consentire di prelevare delle cellule staminali dal midollo osseo della donna per creare spermatozoi e avere figli senza il concorso dell’uomo. Mons. Elio Sgreccia parla anche di “rottura completa della eterosessualità” e di un atto “autoreferenziale e autoriproduttivo”. Ascoltiamo il presidente della Pontificia Accademia per la Vita al microfono di Luca Collodi:RealAudioMP3


R. – Qui è la portata di tipo antropologico ed etico, sempre nella malaugurata ipotesi che qualcuno pensi di trasferirla sull’uomo, perchè verrebbe del tutto eliminata l’eterosessualità come necessaria per la fecondazione. In parte, questo era stato ottenuto attraverso la clonazione, ma in questo caso ci sarebbe proprio un’ulteriore manipolazione della sessualità e la completa eliminazione del fattore intersessuale per la procreazione: una procreazione, quindi, asessuale. Questo naturalmente ha le sue ricadute sul piano etico e, se vogliamo, anche sul piano – si direbbe oggi – politico. Un domani il potere politico potrebbe portare avanti la ricerca, e anche la tecnica della procreazione artificiale verso la produzione di esseri umani senza il bisogno dell’unione uomo-donna, quindi, garantiti di una capacità immunologica particolare. L’embrione prodotto all’interno di una donna con il proprio ovulo e con il proprio spermatozoo ha i suoi stessi geni. Quindi, sarebbe un figlio adatto ad essere medicamento, ad essere banca di prelievo per tessuti istocompatibili con il fratello, la sorella e tutti i discendenti di quella stessa persona. Un’ingegneria che porta lontano - una specie di delirio – verso la produzione dell’uomo come uno lo vuole e nello stesso tempo la trasformazione della sessualità e l’abrogazione della famiglia. Tutti questi tentativi di una scienza che, a mio avviso, diventerebbe perversa, è contro la natura, è contro la struttura della persona umana che è sessuata e che ha una procreazione attraverso l’unione dei due sessi. Io spero che sia un delirio mentale e rimanga tale, e non venga mai realizzato.

 
D. – Mons. Sgreccia, sempre dall'Inghliterra arriva poi la notizia di una proposta che prevede di proibire, nelle scuole, l'utilizzo di termini come "papà e mamma" per rispettare i ragazzi con genitori omosessuali...

 
R. – E’ l’invadenza di ciò che è politico su quella che è la struttura antropologica e biologica. In questa maniera, si verrebbe ad abolire il senso affettivo che hanno le due parole, papà e mamma, e metterle tutte e due sotto il catalogo genitoriale, di genitori, per marcare l’uguaglianza, l’equipollenza dei due sessi, quindi l’abolizione dell’eterosessualità e del legame paterno e materno, nello stesso tempo. Questo è uno sforzo titanico – mi sembra – e cibernetico all’interno del linguaggio. L’altro, all’interno della biologia, per abolire la famiglia, l’eterosessualità e il senso di comunione dell’uomo-donna e della procreazione.

 
D. – Lei valuta che in entrambi i casi ci possa essere una qualche pressione di lobby economiche o omosessuali?

 
R. – E’ una stessa ideologia convergente. Se poi è portata avanti da certi gruppi occulti, che finanziano anche, naturalmente, le ricerche, di questo non ho le prove. Ma fa pensare che ci sia un’ideologia che sottende e spinge in avanti contro la famiglia, a favore di una rottura della eterosessualità, dell’autoreferenzialità, della individualità di uomo e donna.







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