La Caritas: in Kenya la pace è possibile solo attraverso il dialogo
Dirigenti e membri delle Caritas di alcuni Paesi devastati dalle guerre, esortano
il Governo e il popolo del Kenya a sostenere il dialogo e a fermare ogni violenza.
Lo hanno fatto – come riporta l’agenzia Zenit - attraverso una dichiarazione raccolta
da Caritas Internazionalis, che riunisce 162 organizzazioni cattoliche di aiuto, presenti
in più di 200 nazioni. “I nostri Paesi – si legge - sono stati sbaragliati dalla violenza
politica, etnica e religiosa. Abbiamo testimoniato la devastazione portata da tali
divisioni. Stiamo guardando con disperazione mentre il Kenya, una volta un faro di
stabilità in una regione tormentata, sprofonda nella via della mattanza etnica”. Il
Paese africano è precipitato nel caos dopo le elezioni presidenziali del 27 dicembre
scorso, vinte dal Presidente uscente, Mwai Kibaki, e contestate dall’opposizione,
guidata da Raila Odinga. “In Rwanda – ricorda il documento - più di mezzo milione
di persone è stato massacrato in tre mesi. Nella Repubblica Democratica del Congo,
più di cinque milioni di persone sono morti dal 1995. La dissoluzione della Yugoslavia
– denuncia la dichiarazione - ha visto il ritorno del genocidio in Europa, con scene
che ricordavano la seconda guerra mondiale e l’Olocausto degli Ebrei”. Inoltre – afferma
ancora il testo - continua la sofferenza dei popoli della Terra Santa e soprattutto
a Gaza, mentre nel Darfur gli sfollati sono 2 milioni e mezzo. Di fronte a questa
situazione, si chiede dunque “al Governo, ai partiti dell'opposizione e al popolo
del Kenya di porre fine alla violenza. Sono già stati fatti molti danni – scrivono
- ma non è troppo tardi per fermare il disastro”. I firmatari della dichiarazione
affermano di offrire “le lezioni dei nostri Paesi in solidarietà con quanti sono coinvolti
in questo conflitto, nella speranza che i nostri esempi distolgano il Kenya dal seguire
la via che porta alla tragedia”. “La pace e la riconciliazione attraverso il dialogo
– concludono - sono le uniche vie per andare avanti”. La dichiarazione è a firma dei
presidenti di Caritas Rwanda – l’arcivescovo Thaddée Ntihinyurwa di Kigali –, di Caritas
Repubblica Democratica del Congo – il vescovo Louis Nzala Kianza – e di Caritas Libano
– padre Louis Samaha –; del direttore di Caritas Cambogia – Nuth Samol – e di quello
di Caritas Colombia – monsignor Héctor Fabio –, di Sanja Horvat di Caritas Bosnia-Erzegovina,
del segretario generale di Caritas Gerusalemme, Claudette Habesch, e del segretario
generale di Caritas Internationalis Lesley-Anne Knight. (E. B.)