Rapporto dell'ONU sui bambini soldato: sono 12 i Paesi ancora colpiti da questo flagello
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha annunciato un severo giro
di vite per incrementare tutte le misure “necessarie” a fermare “il flagello” dei
bambini soldato. Nella nuova relazione su infanzia e conflitti armati, il segretario
generale dell’ONU sottolinea che è seriamente intenzionato a portare i responsabili
di questo turpe reclutamento davanti ai giudici della Corte Penale Internazionale.
L’impiego dei bambini nei conflitti armati – ricorda il quotidiano della Conferenza
episcopale italiana, ‘Avvenire’ – è ancora una pratica corrente in più di 12 Paesi.
Le situazioni più allarmanti si registrano in Afghanistan, Repubblica Centrafricana,
Filippine, Somalia e Uganda. Anche nell’ultima relazione dell’ONU, che si riferiva
al periodo da ottobre 2006 ad agosto 2007, si denunciava una sistematica violazione
dei diritti umani in questi Stati. Ora Ban Ki-moon chiede maggiori sforzi alla comunità
internazionale e lo fa con le testimonianze di chi ha assistito a crimini perpetrati
contro i bambini. Nella maggior parte dei casi, vengono rapiti nei campi profughi
e poi restano vittime di violenze e stupri, durante i conflitti armati. Drammi molto
frequenti anche in Sri Lanka, nel campi del nord Kivu, nella Repubblica Democratica
del Congo, e in aree di guerra, come Iraq e Afghanistan. Nel rapporto dell’ONU, si
denuncia infine che aumentano gli attacchi contro scuole e insegnanti. “Questi crimini
– avverte il segretario generale delle Nazioni Unite – non si possono più tollerare”.
(A.L.)