ominceranno nel pomeriggio le consultazioni del presidente del Senato, Franco Marini,
che ha ricevuto ieri dal Capo dello Stato l’incarico esplorativo per formare un nuovo
governo funzionale alla riforma della legge elettorale. Marini può contare sul sostegno
del centrosinistra, ma il centrodestra chiude al confronto e chiede elezioni immediate.
Il servizio di Giampiero Guadagni:
Il
primo a sapere che la sua missione è quasi impossibile è proprio il diretto interessato.
Marini promette determinazione e tempi rapidi ma affronta il tentativo di formare
un nuovo governo conoscendo bene le iniziali posizioni in campo. Intanto, quella del
centrodestra, che si è ricompattato dopo le polemiche interne degli ultimi mesi, e
chiede di andare subito alle urne. La Lega minaccia addirittura di lasciare le Camere
se Marini riuscirà ad ottenere i voti necessari. Ieri, Berlusconi e Casini hanno concordato
anche sulla necessità che la prossima sia una legislatura costituente, perché le riforme
istituzionali non siano realizzate da una sola parte politica. La linea adottata da
Casini ha provocato però una scissione all’interno dell’UDC, con l’abbandono di Baccini
e Tabacci, che intendono costruire un’alternativa di centro ai due schieramenti e
annunciano sostegno a Marini. Il cui tentativo è appoggiato anche dal centrosinistra,
pur tra distinguo e qualche eccezione, come quella dei Comunisti italiani che dicono
un chiaro no a cambi di maggioranza. Ma il leader del Partito Democratico Veltroni
ribadisce la necessità di una riforma elettorale condivisa. Il punto di partenza per
Marini dovrebbe essere la bozza Bianco, sulla quale nelle settimane scorse si era
registrata una faticosa convergenza. Il testo in sostanza propone un sistema proporzionale,
con soglie di sbarramento e l’obbligo per i partiti di indicare prima del voto alleanze
e candidato premier. Ma nelle ultime ore si registra anche l’ipotesi suggerita dal
ministro degli Esteri D’Alema: indire cioè il referendum elettorale in aprile. Dopodiché
andare alle elezioni, in giugno o poco oltre. Una proposta che potrebbe mischiare
le carte, in entrambi gli schieramenti. Che in maniera trasversale hanno sostenuto
oppure osteggiato i quesiti recentemente dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale.
(Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)