Il governo australiano ha annunciato che presenterà le scuse formali agli aborigeni
australiani per la questione della cosiddetta “generazione rubata”, come ha sottolineato
il neoministro per gli Affari indigeni, Jenny Macklin, del governo del nuovo premier
Kevin Rudd. Si spera che tale passo, atteso e discusso da molti anni, scrive l'Agenzia
Fides, possa aiutare il processo di riconciliazione nazionale di integrazione delle
minoranze aborigene nella società australiana. Il fenomeno della "stolen generation"
(generazione rubata) si riferisce alla pratica, in voga nel secolo scorso, per cui
circa 100mila figli di coppie miste furono allontanati dalle loro famiglie, sulla
base di politiche governative che ritenevano gli aborigeni in via di estinzione. Secondo
un’inchiesta avviata nel 1997 e il rapporto “Bringing them home”, i bambini, strappati
alle loro famiglie di origine e messi in orfanotrofi, subirono profonde sofferenze
psicologiche, perdendo la loro identità e la loro cultura. La Chiesa cattolica ha
accolto con soddisfazione l’annuncio del governo, che si incammina in un sentiero
di riconciliazione e di pace, da sempre una priorità per la comunità cattolica. I
Vescovi in passato hanno invitato a promuovere iniziative che stabilissero ponti fra
la cultura dominante e quella delle minoranze indigene, avviando progetti per lo sviluppo
economico e sociale di quelle popolazioni, spesso abbandonate in situazione di povertà
e analfabetismo. La comunità cattolica ha sempre lavorato per l’armonia e la pace
sociale, con progetti di sviluppo sociale, economico e culturale, gestiti da numerose
comunità e congregazioni religiose. Nella “Giornata per la Giustizia Sociale 2006”,
la Chiesa ha portato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema: “Il cuore del nostro
paese: dignità e giustizia per i nostri fratelli e sorelle indigeni”, affermando che
“quella degli aborigeni resta ancora una delle questioni più pressanti di giustizia
nel nostro paese, ed è una sfida importante per la Chiesa”. Fra i grandi esempi di
apostolato sociale vi è Suor Mary MacKillop, prima australiana beatificata, che visse
in Australia nel XIX secolo e fondò le suore di San Giuseppe, ancora oggi molto impegnate
per difendere i diritti delle comunità indigene e per promuovere il loro benessere
e la loro integrazione nella nazione australiana. Le suore di San Giuseppe vivono
oggi in mezzo alle comunità aborigene a Kimberly, Coober Pedy, Nuovo Galles del Sud
e nei rioni periferici, ai margini delle principali città australiane. (R.P.)