Mons. Betori: la fede cristiana rischia l'irrilevanza
Mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (CEI),
ha presieduto oggi la Conferenza stampa presso la nostra emittente a conclusione dei
lavori del Consiglio episcopale permanente della CEI. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:
Le contraddizioni
nelle quali versa il Paese Italia - ha sottolineato mons. Giuseppe Betori
- chiamano i cristiani ad offrire una testimonianza piena in tutti i campi,
soprattutto declinandovi la grande speranza richiamata dalla “Spe salvi” e che ha
accompagnato tutti i lavori dei vescovi italiani:
“La
speranza è stata riaffermata come – direi – la cifra globale con la quale i vescovi
si accostano alle situazioni del presente, di cui non si nascondono tuttavia la problematicità.
Per quanto riguarda temi quali il tema della vita, il tema della famiglia fondata
sul matrimonio, sia sul versante sociale con la caduta di fiducia verso le istituzioni,
questo venir meno della coesione sociale, e la crescita delle situazioni di povertà
e di degrado ambientale”. Il segretario generale della CEI,
a chiusura dei lavori del Consiglio permanente, ha parlato delle sfide che si pongono
davanti agli italiani, in primo luogo davanti ai cristiani e alla Chiesa. In Italia,
la fede cristiana è messa a dura prova da una duplice forma di irrilevanza:
“Quella
che scaturirebbe da un rinchiudersi in spazi intraecclesiali, ma anche quella legata
a possibili derive di una religione puramente civile”.
In
questo periodo non si agisce, ha detto, per quanto riguarda vescovi e media, in un
clima che ha sempre serenità:
“Direi che una sottile
vena anticlericale è sempre all’opera nella cultura italiana, e acquisisce credibilità
qua e là sia negli ambiti culturali sia in ambiti sociali e qualche volta anche negli
ambiti politici. Da questo punto di vista, quindi, noi sappiamo che non possiamo esimerci
da un confronto con istanze ‘avverse’. Ma io non vedo l’avversità nei media in quanto
tali, quanto piuttosto nel riflesso che queste vene anticlericali riflettono anche
sul clima culturale di cui i media respirano l’aria come tutti noi”.
Alle
domande incalzanti dei giornalisti circa una indicazione dei vescovi per la crisi
di governo in Italia, mons. Betori ha risposto citando le parole di Giovanni Paolo
II: “La Chiesa non deve e non intende coinvolgersi in alcuna scelta di schieramento
politico o di partito. Non si esprimono quindi preferenze per l’una o l’altra soluzione
istituzionale o costituzionale o elettorale purché sia sempre rispettosa della democrazia”.
Ed ha quindi espresso pieno appoggio all’operato del presidente Napolitano:
“Vorrei
lanciare questo messaggio ai cittadini: che possono aver fiducia in questo presidente
della Repubblica, nell’amore che egli ha per il Paese e nelle sue capacità di giudizio,
ovviamente all’interno delle possibilità che gli saranno permesse. A tutti, ovviamente,
a tutti i soggetti politici, l’esortazione a mettere anzitutto avanti il bene comune
rispetto agli interessi di parte. Questo senza dubbio”.
I
vescovi italiani nella loro riunione hanno quindi stabilito che i giovani e la loro
educazione saranno il tema principale della prossima Assemblea generale dei vescovi
dal 26 al 30 maggio. Uno spazio importante è stato dedicato ai temi ecumenici: ai
vescovi è stata consegnata una bozza di documento comune per una pastorale dei matrimoni
tra cattolici e battisti in Italia. Inoltre, per mantenere viva l’attenzione al rapporto
tra fede e cultura, si è deciso di costituire un comitato finalizzato a promuovere
il Progetto culturale orientato in senso cristiano. I vescovi, infine, hanno convenuto
sulla necessità di redigere una lettera che sarà illustrata nella prossima Assemblea
generale per fare il punto sulla riforma del sistema di sostegno economico della Chiesa
in Italia.