Kenya: elicotteri sparano sulla folla. Appello di pace della Chiesa
Una nuova drammatica giornata di violenze in Kenya, dove stamane elicotteri dell’esercito
hanno aperto il fuoco contro una folla di manifestanti. Tra le vittime delle ultime
ore un deputato dell'opposizione dell'Orange Democratic Movement di Raila Odinga,
assassinato da due uomini armati mentre era in macchina davanti alla sua abitazione.
La nuova escalation rischia ora di compromettere l'avvio formale del negoziato tra
Kibaki e Odinga annunciato per oggi da Kofi Annan, l'ex segretario generale delle
Nazioni Unite, a Nairobi dal 22 gennaio per tentare una soluzione mediata alla crisi
keniota. Per un commento sulla situazione nel Paese africano Stefano Leszczynski
ha raggiunto telefonicamente mons. Peter Kairo, vescovo di Nakuru, nella Rift
Valley:
R.
– If the leaders take the charge of the Country … Se i leader assumessero
le redini del Paese potrebbero cercare di prevenire gli omicidi e le distruzioni.
Stanno distruggendo le strade in varie zone e anche i trasporti diventano molto difficili.
A volte sono attaccate persone innocenti e poi ci sono ritorsioni. Non so come possiamo
appellarci alle persone perché non si vendichino e perché possano vivere insieme ed
arrivare a perdonarsi vicendevolmente.
D. – Qual
è il compito della Chiesa in questo momento, nel Paese?
R.
– The task of the Church now is reconciliation... Il compito principale
è la riconciliazione. Chiediamo a tutti di non vendicarsi, che non ci sia la legge
del “dente per dente, occhio per occhio”, ma che tutti possano perdonarsi l’uno con
l’altro e lavorare insieme per costruire il nostro Paese, il Kenya, piuttosto che
distruggerlo. Quello che è difficile adesso è avvicinare le due parti.
D.
– Alla luce di quello che sta accadendo in questi giorni, possiamo ancora parlare
di violenza politica o si tratta di qualcosa di peggio, come per esempio la violenza
etnica?
R. – You know, it concerns both… Si
tratta di entrambe le cose. Alcune persone hanno perso tutto. Le case sono state incendiate,
le persone sono state uccise, ferite. Quindi, ora vogliono vendicarsi. Se noi, la
Chiesa, non parliamo della necessità di riconciliazione, di pace, affinché la vendetta
venga messa da parte, sarà molto difficile che tutto questo possa finire!
D.
– Vuole lanciare un appello per il Kenya? Gli altri Paesi, la comunità internazionale,
possono aiutarvi in qualche modo?
R. – We say for
prayer ... Chiediamo preghiere. Preghiamo anche Kofi Annan, che sta tentando
di mediare tra le due parti, affinché si accordino per sedere insieme per condividere
e vedere se si riesce a ristabilire la pace. Ecco: questo chiederei agli altri Paesi.
Preghiamo in particolare per Kofi Annan che sta tentando di mediare, affinché le due
parti riprendano a parlarsi e ad ascoltarsi, per il bene del nostro Paese, il Kenya.