Filippine: i vescovi chiedono ai parlamentari una seria riforma agraria per combattere
la povertà
I vescovi delle Filippine hanno chiesto al Congresso di Manila di aggiornare la riforma
agraria in vigore dal 1998, estendendo la sua applicazione, correggendone le storture
e stanziando finanziamenti per la sua effettiva attuazione. La richiesta è stata formulata
durante un incontro con un gruppo di parlamentari nell’ambito di un seminario organizzato
dalla Conferenza episcopale (CBCP) sulla povertà nelle campagne in preparazione al
secondo Congresso Rurale Nazionale (NRC II) previsto quest’anno. All’incontro hanno
preso parte una settantina di presuli che hanno evidenziato i limiti della riforma
del 1998, la cui scadenza è il prossimo giugno. Ancora oggi le aree rurali nel Paese
pagano l'eredità storica di una forte concentrazione delle terre e della ricchezza:
le due riforme agrarie di quest’ultimo ventennio (la prima è del 1988), fortemente
osteggiate dalle lobby dei latifondisti, si sono rivelate inadeguate e non hanno risolto
la questione agraria nelle Filippine, con un conseguente aumento delle tensioni sociali
nelle campagne. Tra i limiti segnalati dall’Episcopato, la mancanza di finanziamenti
per la sua attuazione. Di povertà e questione agraria nelle Filippine i vescovi hanno
parlato nei giorni scorsi anche con il presidente, la signora Gloria Macapagal Arroyo,
cui hanno chiesto un impegno serio del governo contro le crescenti disparità sociali
nel Paese. Il prossimo Congresso rurale nazionale servirà a fare il punto della situazione
e un bilancio dei programmi messi in campo dalla Chiesa per promuovere lo sviluppo
delle aree rurali alla luce della dottrina sociale cattolica. (L.Z.)