Servono progetti concreti per aiutare la Chiesa irachena: è l'appello dell'arcivescovo
di Kirkuk
“Solidarietà e donazioni non bastano; alla Chiesa irachena servono progetti concreti”:
è quanto scrive in una lettera pobblicata dall’agenzia AsiaNews, l’arcivescovo caldeo
di Kirkuk, mons. Louis Sako, che la scorsa settimana ha partecipato a diversi incontri
in Germania per sensibilizzare l’Europa sulla difficile situazione dei cristiani in
Iraq. Serve un serio impegno della stessa Chiesa irachena – scrive il presule – per
una riorganizzazione interna, per avviare negoziati con il governo curdo e dare nuovo
impulso alla missione. Dopo le bombe esplose tra il 6 e il 17 gennaio, il tema della
sopravvivenza della Chiesa assiro-caldea in Iraq – si legge nella lettera - è tornato
sotto i riflettori di media e opinione pubblica occidentale. C’è grande solidarietà
– aggiunge l’arcivescovo – ma “noi stessi leader religiosi iracheni non abbiamo detto
al mondo cosa ci aspettiamo”. Secondo il presule, il futuro della Chiesa caldea-assira
è in Iraq: “Qui – scrive mons. Louis Sako - si è formata la sua storia e il suo patrimonio,
parte importante del più vasto patrimonio cristiano universale”. La nostra Chiesa
– osserva - deve riorganizzarsi e aggiornare non solo la sua struttura, ma anche il
suo discorso: “Per sopravvivere a questi tempi ci serve una Chiesa forte, con una
chiara visione pastorale e politica, con precisi piani non solo per proteggere i suoi
fedeli, ma anche per favorire la riconciliazione”. Quasi la metà dei cristiani, religiosi
e laici – sottolinea l’arcivescovo di Kirkuk - vivono come rifugiati nei Paesi confinanti.
E altri continuano a lasciare le loro case. “Un primo passo potrebbe essere aiutare
questa gente a fare ritorno ai loro villaggi di origine nel più sicuro nord, piuttosto
che incentivarne la fuoriuscita”. A tal fine – conclude il presule - è indispensabile
“negoziare con il governo regionale del Kurdistan iracheno per creare posti di lavoro,
edificare abitazioni e studiare progetti mirati a breve e lunga scadenza”. (A.L.)