La fede diventi criterio valutativo: così il cardinale Caffarra durante la celebrazione
per la memoria di San Francesco di Sales
“La Chiesa, testimone fin dalle origini della predicazione e delle azioni con cui
Gesù ha annunciato il Regno, esiste per comunicare agli uomini questa bella notizia”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, nel corso della celebrazione
eucaristica che ha chiuso, sabato scorso, i lavori del tradizionale incontro regionale
promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana per celebrare la festa di San Francesco
di Sales, patrono dei giornalisti. La vostra opera – ha detto il porporato – tende
a rendere i media più capaci di trasmettere e lasciar trasparire il messaggio evangelico”.
Il cardinale ha anche rilevato l’esigenza che “la fede sia sempre più pensata perché
diventi chiave interpretativa e criterio valutativo di ciò che accade”. La “Chiesa
– ha poi sottolineato l’arcivescovo di Bologna citando Giovanni Paolo II – comprende
che per comunicare il Vangelo non basta usare i mezzi di comunicazione per diffondere
il messaggio cristiano”; “occorre integrare il messaggio stesso in una nuova cultura
creata dalla comunicazione moderna”. Nel corso della relazione incentrata su “Comunicazione
e compito educativo” – riferisce l’agenzia Zenit - il vescovo ausiliare e delegato
della Conferenza episcopale regionale per le comunicazioni, mons. Ernesto Vecchi,
ha criticato “i falsi maestri” che hanno generato ideologie nichiliste e irragionevoli.
Quest’opera decostruttiva – ha concluso il presule – ha favorito il disorientamento
di alcuni movimenti giovanili che, ancora oggi, “teorizzano e praticano la cultura
della violenza come strumento di lotta politica e di equità sociale”. (A.L.)