La Chiesa celebra la memoria di San Tommaso d'Aquino
Dunque, oggi si celebra la memoria di San Tommaso d’Aquino, sacerdote domenicano,
dottore della Chiesa e patrono delle scuole cattoliche. Benedetto XVI più volte ne
ha tratteggiato la figura. Ce ne parla Sergio Centofanti.
San
Tommaso d'Aquino nasce nel castello di Roccasecca presso Frosinone nel 1225 circa.
Diciottenne vuole entrare nell’Ordine domenicano ma i genitori, che non ritengono
la scelta consona alla dignità della loro casata, lo fanno rinchiudere per un anno
in una cella del castello nella speranza che rinunci. Tommaso, pervicace, si fa domenicano.
In breve diventa una delle menti più alte dell’Europa: insegna all’università di Parigi,
poi torna in Italia. E’ mite e molto silenzioso. “Lo chiamano il “bue muto”, anche
per la sua corpulenza. Sant’Alberto Magno, suo maestro, vede lontano: “con la sua
dottrina – dice - emetterà un muggito che risuonerà in tutto il mondo”. Obbediente
e innovatore San Tommaso - afferma il Papa – “offre un valido modello di armonia tra
ragione e fede”: “Secondo il pensiero
di san Tommaso, la ragione umana, per così dire, ‘respira’: si muove, cioè, in un
orizzonte ampio, aperto, dove può esprimere il meglio di sé. Quando invece l'uomo
si riduce a pensare soltanto ad oggetti materiali e sperimentabili e si chiude ai
grandi interrogativi sulla vita, su se stesso e su Dio, si impoverisce”. (Angelus
28 gennaio 2007) San Tommaso ci
invita dunque “a riscoprire in modo nuovo la razionalità umana” aperta alla luce della
fede: “Quando è autentica la fede
cristiana non mortifica la libertà e la ragione umana; ed allora, perché fede e ragione
devono avere paura l'una dell'altra, se incontrandosi e dialogando possono esprimersi
al meglio? La fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla
fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio e delle realtà spirituali.
La ragione umana non perde nulla aprendosi ai contenuti di fede, anzi, questi richiedono
la sua libera e consapevole adesione”. (Angelus 28 gennaio 2007) San
Tommaso, grande teologo e filosofo, ama predicare alla povera gente: “un atto di carità
– dice – merita la vita eterna”. Scrive il “Pange lingua” per la festa del Corpus
Domini istituita nel 1264 l’anno dopo il miracolo di Bolsena che stravolge un sacerdote
boemo che nutriva dubbi sull’Eucaristia. Il 6 dicembre 1273 vive un’esperienza mistica
che gli fa esclamare: “Tutto quello che ho scritto è solo paglia”. Non riesce più
a studiare e scrivere: sa solo pregare. Poco prima di morire a Fossanova, nei pressi
di Latina, a 49 anni, afferma: “sottopongo tutta la mia dottrina al giudizio della
Chiesa”. “Se cerchi un esempio di obbedienza – esortava San Tommaso - segui colui
che si fece obbediente al Padre fino alla morte”.