Italia: domani nuovo giro di consultazioni al Quirinale
Giornata di riflessione per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in attesa di
riprendere domani le consultazioni per risolvere la crisi di Governo. Domani al Quirinale
saliranno UDC, Lega, Rifondazione comunista e Alleanza nazionale. Martedì concluderanno
Forza Italia e Partito Democratico. Il servizio è di Giampiero Guadagni:
"E’
ancora impossibile fare una sintesi". Con queste poche parole, pronunciate ieri, il
capo dello Stato ha fatto capire che non sarà facile trovare la quadratura del cerchio.
Napolitano ha di fronte due strade: lo scioglimento delle Camere con elezioni anticipate.
Oppure un governo istituzionale che realizzi un piccolo pacchetto di riforme urgenti,
prima tra tutte quella elettorale. Al momento favorita è la prima ipotesi. Per le
elezioni anticipate sono infatti Forza Italia, Lega, AN, i piccoli partiti del centrodestra
e l’UDEUR di Mastella. Per un esecutivo di unità nazionale sono il Partito democratico,
Rifondazione comunista e Sinistra democratica, sostenuti dalle parti sociali, cioè
Confindustria e sindacati. Poi ci sono partiti che considerano quasi inevitabile il
ritorno immediato alle urne, ma propongono alternative. L’UDC propone un governo di
responsabilità nazionale solo se vi farà parte Forza Italia. L’Italia dei valori un
Governo di emergenza. Comunisti italiani e Verdi un reincarico a Prodi senza cambi
di maggioranza. Martedì, a chiusura delle consultazioni, Napolitano potrebbe provare
a dare un incarico esplorativo al presidente del Senato Marini. Le possibilità di
successo non sono molte. Il punto è che per Berlusconi l’unico sbocco alla crisi sono
le elezioni, altrimenti – dice – milioni di persone andranno a Roma per chiederle.
E al voto sembra ormai rassegnato il PD di Veltroni. Piuttosto gli schieramenti sono
già impegnati a costruire coalizioni meno rissose di quelle messe in piedi negli ultimi
15 anni. Ieri, intanto, incalzato dai giornalisti, il segretario di Stato vaticano,
cardinale Tarcisio Bertone, si è limitato ad auspicare che le forze politiche si mettano
d’accordo per il bene comune.