I mass media al bivio tra protagonismo e servizio: sul Messaggio del Papa per la Giornata
delle Comunicazioni sociali, la riflessione di mons. Claudio Maria Celli e Gianni
Riotta
Ha destato ampia eco in questi giorni - nel mondo della comunicazione e non solo -
il Messaggio di Benedetto XVI per la 42.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Socali,
pubblicato giovedì scorso. Nel documento, il Papa sottolinea che i mass media sono
oggi al “bivio tra protagonismo e servizio” ed esorta i comunicatori a ricercare sempre
la verità rifuggendo dal materialismo economico e dal relativismo etico. Sui contenuti
del Messaggio, Luca Collodi ha intervistato mons. Claudio Maria Celli,
presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e Gianni Riotta,
direttore del TG1 RAI. Il Messaggio del Papa indica alcune degenerazioni nei mass
media. Tuttavia, è la convinzione di mons. Celli, non è questo l’elemento più significativo:
R.
- Io credo che sia stato percepito solo un aspetto di questo Messaggio. Riconosco
che il Papa fa riferimento a questi aspetti negativi, però mi permetterei di sottolineare
che forse non è l’aspetto principale di questo Messaggio. Il Papa ne parla perché,
non c’è bisogno di grandi dimostrazioni, è talmente evidente a tutti noi che c’è una
proliferazione di immagini in televisione che non è certamente rispettosa dell’uomo.
Il Papa ne parla, ne è consapevole e sottolinea che oggi i mezzi di comunicazione
sociale sono talmente suggestivi che il rischio è che possano incidere fortemente
e in maniera negativa sulle coscienze, sull’ethos delle persone, sui comportamenti,
e questo è un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Quello che il Papa vuole toccare
con il suo Messaggio, quello che vuole indicarci è il rischio che oggi i media devono
affrontare, cioè quale ruolo vogliano giocare nel cammino dell’umanità. E’ solamente
un cammino di protagonismo fine a se stesso, quando sono, direi, guidati, orientati
unicamente da criteri materialistici o da gruppi di potere, oppure vogliono essere
un momento di vero servizio alla verità e all’uomo?
D.
- Giriamo questa domanda a Gianni Riotta, direttore del TG1 della RAI. Ecco la sua
riflessione sulla domanda che pone il Papa in questo messaggio e che ha rilanciato
mons. Celli: R. - Il messaggio del Papa pone a chi opera nella
comunicazione una sfida molto netta che è poi fondamentalmente la stessa sfida che
era già stata posta nell’Enciclica “Spe salvi” circa l’ambiguità del progresso. Qual
è la lettura del progresso da parte di Papa Ratzinger? Offre inedite possibilità di
bene e apre al tempo stesso abissali possibilità di male. Oltre alla televisione che
ormai fa parte dei vecchi media, parliamo del nuovo mezzo di comunicazione di massa:
Internet. Che cosa è oggi Internet? È un paradiso di possibilità informative culturali
di intrattenimento, di distrazione. E’ un inferno di pedofilia, abbrutimento, corruzione,
commercio nel senso negativo e distorsione della verità: su Internet si trova scritto
che le Torri Gemelle non sono crollate, che Hitler era un “bravo ragazzo” e che i
gulag sono un’invenzione. Il compito di noi giornalisti deve essere quello di usare
le infinite possibilità di umanesimo o di nuovo umanesimo che il progresso apre e
di combattere le infinite distorsioni che il progresso minaccia. Questo è un messaggio
che il Papa offre a quanti lavorano nella comunicazione, a prescindere dai propri
convincimenti personali”.