2008-01-27 14:05:25

I mass media al bivio tra protagonismo e servizio: sul Messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali, la riflessione di mons. Claudio Maria Celli e Gianni Riotta


Ha destato ampia eco in questi giorni - nel mondo della comunicazione e non solo - il Messaggio di Benedetto XVI per la 42.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Socali, pubblicato giovedì scorso. Nel documento, il Papa sottolinea che i mass media sono oggi al “bivio tra protagonismo e servizio” ed esorta i comunicatori a ricercare sempre la verità rifuggendo dal materialismo economico e dal relativismo etico. Sui contenuti del Messaggio, Luca Collodi ha intervistato mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e Gianni Riotta, direttore del TG1 RAI. Il Messaggio del Papa indica alcune degenerazioni nei mass media. Tuttavia, è la convinzione di mons. Celli, non è questo l’elemento più significativo: RealAudioMP3


R. - Io credo che sia stato percepito solo un aspetto di questo Messaggio. Riconosco che il Papa fa riferimento a questi aspetti negativi, però mi permetterei di sottolineare che forse non è l’aspetto principale di questo Messaggio. Il Papa ne parla perché, non c’è bisogno di grandi dimostrazioni, è talmente evidente a tutti noi che c’è una proliferazione di immagini in televisione che non è certamente rispettosa dell’uomo. Il Papa ne parla, ne è consapevole e sottolinea che oggi i mezzi di comunicazione sociale sono talmente suggestivi che il rischio è che possano incidere fortemente e in maniera negativa sulle coscienze, sull’ethos delle persone, sui comportamenti, e questo è un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Quello che il Papa vuole toccare con il suo Messaggio, quello che vuole indicarci è il rischio che oggi i media devono affrontare, cioè quale ruolo vogliano giocare nel cammino dell’umanità. E’ solamente un cammino di protagonismo fine a se stesso, quando sono, direi, guidati, orientati unicamente da criteri materialistici o da gruppi di potere, oppure vogliono essere un momento di vero servizio alla verità e all’uomo?

 
D. - Giriamo questa domanda a Gianni Riotta, direttore del TG1 della RAI. Ecco la sua riflessione sulla domanda che pone il Papa in questo messaggio e che ha rilanciato mons. Celli:
 
R. - Il messaggio del Papa pone a chi opera nella comunicazione una sfida molto netta che è poi fondamentalmente la stessa sfida che era già stata posta nell’Enciclica “Spe salvi” circa l’ambiguità del progresso. Qual è la lettura del progresso da parte di Papa Ratzinger? Offre inedite possibilità di bene e apre al tempo stesso abissali possibilità di male. Oltre alla televisione che ormai fa parte dei vecchi media, parliamo del nuovo mezzo di comunicazione di massa: Internet. Che cosa è oggi Internet? È un paradiso di possibilità informative culturali di intrattenimento, di distrazione. E’ un inferno di pedofilia, abbrutimento, corruzione, commercio nel senso negativo e distorsione della verità: su Internet si trova scritto che le Torri Gemelle non sono crollate, che Hitler era un “bravo ragazzo” e che i gulag sono un’invenzione. Il compito di noi giornalisti deve essere quello di usare le infinite possibilità di umanesimo o di nuovo umanesimo che il progresso apre e di combattere le infinite distorsioni che il progresso minaccia. Questo è un messaggio che il Papa offre a quanti lavorano nella comunicazione, a prescindere dai propri convincimenti personali”.







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