Nuova escalation di violenza Kenya. Dopo la contestata rielezione del presidente Kibaki
si registrano nuovi scontri tribali, mentre tra le numerose vittime delle ultime ore
c’è anche un sacerdote. Il servizio di Eugenio Bonanata:
Ad
un mese esatto dal contestato voto del 27 dicembre scorso, la situazione è sempre
tesa nel Paese. Membri della tribu' kikuyu, sostenitori del presidente Kibaki, sono
in contrasto con i Luo e i Kalenji che appoggiano il rivale Raila Odinga. Teatro degli
scontri la Rift Valley e in particolare la città di Naivasha dove fonti giornalistiche
hanno riferito di una decina di corpi impiccati e bruciati. Lo scontro etnico-politico
divampa in diverse città della zona, dove da giovedì sarebbero state uccise più di
un centinaio di persone. Tra queste anche un sacerdote, padre Kamau Michael Ithodeka,
che, ieri, mentre in macchina si stava recando nella città di Nakuru, per incontrare
la madre, è stato fermato da uomini armati di lance e frecce che lo hanno colpito
a morte. All’origine del gesto potrebbe esserci il suo nome, che è chiaramente riconducibile
all’etnia del presidente Kibaki. Padre Kamau aveva 42 anni ed insegnava esegèsi biblica
in un seminario locale. Come riporta l’agenzia MISNA aveva studiato all'Università
Gregoriana di Roma ed era tornato da qualche anno nel suo Paese natale. In questo
quadro a Nairobi prosegue la difficile mediazione tra le parti condotta dall’ex segretario
delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che, visitando l’area, ha denunciato “sistematici
abusi dei diritti umani” e ha sollecitato un'inchiesta che faccia luce sulle violenze.