Sugli schermi in Italia il film di Carlo Lizzani "Hotel Meina"
Ancora una volta il regista Carlo Lizzani affronta una tragica pagina della
storia italiana accaduta nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, rimanendo così
fedele al suo coerente impegno nei confronti di un cinema che sa fondere l’epica all’etica.
Hotel Meina, da ieri sugli schermi, è la migliore testimonianza artistica per
ricordare il Giorno della Memoria in ricordo dell’Olocausto, che si celebra domani.
Il servizio di Luca Pellegrini:
Si riflettono
ancora oggi, sulla superficie increspata del Lago Maggiore, le tragiche vicende dell'Italia
sbandata e avvilita all'indomani dell'Armistizio del 1943. E molte sono le memorie
coltivate dai sopravvissuti alle violenze e agli eccidi d’allora. Tra questi brucia
la strage di sedici ebrei provenienti dalla Grecia ed ospiti dell'Hotel Meina che
furono trucidati in una notte di settembre. Ne è stato ricavato un saggio rievocativo
di Marco Nozza dal quale Lizzani, non senza qualche libertà, è riuscito a trarre un
film che gli è molto caro. Sappiamo, infatti, quanto sia legato, da intellettuale
integerrimo e regista coerente, alla storia del nostro Paese e alle vicende che lo
hanno lacerato prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale. Ci sono ragioni
profonde che hanno convinto il regista italiano ad affrontare questo tragico avvenimento,
come lui stesso ci confida:
Intanto perché si è visto
che, malgrado sembrassero acquisiti e quindi neanche più da discutere l’Olocausto
da una parte e la Resistenza dall’altra, ci sono stati per anni tentativi di revisionismo.
Io penso che per chi questi aspetti li ha vissuti, come me, sulla propria pelle o
li ha visti da vicino e può quindi testimoniarli, sia un dovere continuare a farlo.
La storia è certamente complessa e non è tutto sempre così chiaro. E’, quindi, giusto
anche ritornare su queste cose. Bisogna avere il coraggio di vedere sempre anche i
lati oscuri ed anche delle cose belle che si sono vissute. Quando, però, il lato oscuro
sembra essere addirittura portato come fosse la grande scoperta, ad esempio negare
l’Olocausto, allora bisogna reagire. Credo che queste testimonianze, in forme diverse
ogni volta, in questo caso nell’Hotel Meina sembrano avere un momento particolare,
il momento in cui sono in gioco anche le capacità di decisione, che possono portare
alla catastrofe così come alla salvezza. Mi è piaciuto cogliere questo aspetto dell’attesa
della salvezza di questi ebrei e di come arriva invece poi la catastrofe.