Giornata mondiale dei malati di lebbra: appello a vincere l'indifferenza
Con l’ultima domenica di gennaio - quest’anno cade il giorno 27 - ancora una volta
tutti sono chiamati a considerare il grave problema della lebbra tuttora esistente
e a impegnarsi, se non altro con un aiuto economico, perché venga debellato. In Italia
è impegnata in primo piano a tal riguardo l’AIFO, Associazione Italiana Amici di Raoul
Follereau, il grande apostolo dei malati di lebbra. Sulla situazione attuale Giovanni
Peduto ha intervistato la dottoressa Silvia Milella, del Servizio Progetti
per l’Estero in seno all’AIFO:
R. -
I nuovi casi di lebbra registrati nel mondo nell'anno 2006 sono stati 265.661, con
una lieve riduzione rispetto all'anno precedente. I Paesi più colpiti continuano ad
essere India e Brasile, seguiti da Indonesia, Congo, Bangladesh, Nepal e Mozambico.
Ricordiamo però che sono ancora tantissimi i casi nascosti, per cui i dati reali sono
molto più elevati di quelli ufficiali. Infine, oltre alle persone con la malattia
in atto, sono ancora milioni le persone che convivono con le disabilità prodotte dalla
lebbra, anche se non hanno più la malattia.
D. -
A che punto siamo nel mondo con i piani di eliminazione della lebbra? Ci sono stati
di recente dei cambiamenti nella strategia adottata dai Paesi e dalla comunità internazionale?
R.
- Recentemente molti Paesi hanno dichiarato di aver raggiunto l'obiettivo di eliminazionedella lebbra, che significa la riduzione del numero di nuovi casi sotto la
soglia di uno ogni diecimila abitanti. In realtà il concetto di eliminazione della
malattia ha un valore esclusivamente statistico e le strategie che si sono poste solo
questo obiettivo si sono dimostrate sbagliate. Per esempio, il Brasile ha preso atto
recentemente dell'inadeguatezza della strategia di eliminazione della lebbra, e ha
adottato un nuovo approccio, che integra una adeguata ricerca dei casi attivi con
la cura e riabilitazione e con opportune misure di educazione e prevenzione.
D.
- A trent'anni dalla morte di Raoul Follereau, in che modo l'AIFO porta avanti la
sua eredità, in particolare con i malati di lebbra?
R.
- Nei progetti sostenuti dall'AIFO sono curati il dieci per cento dei malati di lebbra
di tutto il mondo. Ma l'AIFO non si limita alla cura farmacologica: seguendo l'insegnamento
di Follereau, l'AIFO è impegnata attivamente nella riabilitazione fisica, sociale
e lavorativa delle persone colpite da questa malattia, e al contempo nella lotta contro
le cause della diffusione della lebbra, che sono la povertà, la mancanza di servizi
sanitari, l'emarginazione e, soprattutto, l'indifferenza del mondo ricco. Perciò l'AIFO
è impegnata anche in Italia in un'opera di sensibilizzazione del pubblico, al fine
di sconfiggere quella che Follereau chiamava la lebbra dell'indifferenza e dell'egoismo.
D.
- Per la 55.ma Giornata mondiale dei malati di lebbra, che cosa organizza l'AIFO?
R.
- In oltre 800 piazze di tutta Italia, il 27 gennaio l'AIFO distribuirà il "Miele
della Solidarietà", vasetti di miele del mercato equo e solidale, che saranno un veicolo
di sensibilizzazione del pubblico sul problema della lebbra nel mondo. L'iniziativa
è sostenuta da oltre 3000 volontari, con la collaborazione di Agesci e Commercio Alternativo.
Inoltre, i Testimoni di solidarietà provenienti dai Paesi in cui AIFO opera verranno
in Italia per tenere incontri pubblici e per approfondire le problematiche della lebbra
e della salute nei paesi del Sud del mondo. Quest'anno anche il mondo dello sport
è coinvolto nella Giornata mondiale dei malati di lebbra: in particolare, l'allenatore
Renzo Ulivieri ha rivolto all'AIFO un messaggio di solidarietà e l'Associazione Italiana
Allenatori, da lui presieduta, ha aderito ufficialmente alla Giornata.