2008-01-26 14:56:56

Giornata mondiale dei malati di lebbra: appello a vincere l'indifferenza


Con l’ultima domenica di gennaio - quest’anno cade il giorno 27 - ancora una volta tutti sono chiamati a considerare il grave problema della lebbra tuttora esistente e a impegnarsi, se non altro con un aiuto economico, perché venga debellato. In Italia è impegnata in primo piano a tal riguardo l’AIFO, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, il grande apostolo dei malati di lebbra. Sulla situazione attuale Giovanni Peduto ha intervistato la dottoressa Silvia Milella, del Servizio Progetti per l’Estero in seno all’AIFO:RealAudioMP3


R. - I nuovi casi di lebbra registrati nel mondo nell'anno 2006 sono stati 265.661, con una lieve riduzione rispetto all'anno precedente. I Paesi più colpiti continuano ad essere India e Brasile, seguiti da Indonesia, Congo, Bangladesh, Nepal e Mozambico. Ricordiamo però che sono ancora tantissimi i casi nascosti, per cui i dati reali sono molto più elevati di quelli ufficiali. Infine, oltre alle persone con la malattia in atto, sono ancora milioni le persone che convivono con le disabilità prodotte dalla lebbra, anche se non hanno più la malattia.

 
D. - A che punto siamo nel mondo con i piani di eliminazione della lebbra? Ci sono stati di recente dei cambiamenti nella strategia adottata dai Paesi e dalla comunità internazionale?

 
R. - Recentemente molti Paesi hanno dichiarato di aver raggiunto l'obiettivo di eliminazione della lebbra, che significa la riduzione del numero di nuovi casi sotto la soglia di uno ogni diecimila abitanti. In realtà il concetto di eliminazione della malattia ha un valore esclusivamente statistico e le strategie che si sono poste solo questo obiettivo si sono dimostrate sbagliate. Per esempio, il Brasile ha preso atto recentemente dell'inadeguatezza della strategia di eliminazione della lebbra, e ha adottato un nuovo approccio, che integra una adeguata ricerca dei casi attivi con la cura e riabilitazione e con opportune misure di educazione e prevenzione.

 
D. - A trent'anni dalla morte di Raoul Follereau, in che modo l'AIFO porta avanti la sua eredità, in particolare con i malati di lebbra?

 
R. - Nei progetti sostenuti dall'AIFO sono curati il dieci per cento dei malati di lebbra di tutto il mondo. Ma l'AIFO non si limita alla cura farmacologica: seguendo l'insegnamento di Follereau, l'AIFO è impegnata attivamente nella riabilitazione fisica, sociale e lavorativa delle persone colpite da questa malattia, e al contempo nella lotta contro le cause della diffusione della lebbra, che sono la povertà, la mancanza di servizi sanitari, l'emarginazione e, soprattutto, l'indifferenza del mondo ricco. Perciò l'AIFO è impegnata anche in Italia in un'opera di sensibilizzazione del pubblico, al fine di sconfiggere quella che Follereau chiamava la lebbra dell'indifferenza e dell'egoismo.

 
D. - Per la 55.ma Giornata mondiale dei malati di lebbra, che cosa organizza l'AIFO?

 
R. - In oltre 800 piazze di tutta Italia, il 27 gennaio l'AIFO distribuirà il "Miele della Solidarietà", vasetti di miele del mercato equo e solidale, che saranno un veicolo di sensibilizzazione del pubblico sul problema della lebbra nel mondo. L'iniziativa è sostenuta da oltre 3000 volontari, con la collaborazione di Agesci e Commercio Alternativo. Inoltre, i Testimoni di solidarietà provenienti dai Paesi in cui AIFO opera verranno in Italia per tenere incontri pubblici e per approfondire le problematiche della lebbra e della salute nei paesi del Sud del mondo. Quest'anno anche il mondo dello sport è coinvolto nella Giornata mondiale dei malati di lebbra: in particolare, l'allenatore Renzo Ulivieri ha rivolto all'AIFO un messaggio di solidarietà e l'Associazione Italiana Allenatori, da lui presieduta, ha aderito ufficialmente alla Giornata.







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