2008-01-25 13:17:03

La Chiesa festeggia la Conversione di San Paolo


Oggi, dunque, la Chiesa festeggia la Conversione di San Paolo. Ripercorriamo quella straordinaria vicenda con le parole di Benedetto XVI nelle sue catechesi sull’Apostolo delle Genti, pronunciate nell’autunno del 2006. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3


Siamo agli inizi degli anni ’30 e Saulo di Tarso si dirige verso Damasco a caccia di cristiani. Qui – come racconta lui stesso – viene “ghermito da Cristo”. Questo incontro gli rivoluziona totalmente la vita. Ascoltiamo le parole del Papa:

 
“Paolo, prima della conversione, non era stato un uomo lontano da Dio e dalla sua Legge. Al contrario, era un osservante, con una osservanza fedele fino al fanatismo. Nella luce dell’incontro con Cristo capì, però, che con questo aveva cercato di costruire se stesso, la sua propria giustizia, e che con tutta questa giustizia era vissuto per se stesso. Capì che un nuovo orientamento della sua vita era assolutamente necessario”. (Udienza generale dell'8 novembre 2006)

 
Paolo non vive più per se stesso ma per Cristo. Ma questa conversione non è opera sua:

 
“Si definisce esplicitamente ‘apostolo per volontà di Dio’, come a sottolineare che la sua conversione è stata non il risultato di un proseguimento di pensieri, di riflessioni, ma il frutto di un atto divino, di una imprevedibile grazia divina. Da allora in poi, tutto ciò che prima aveva costituito per lui un valore, divenne paradossalmente – secondo le sue parole – ‘perdita’ e ‘spazzatura’, e da quel momento tutte le sue energie furono poste al servizio esclusivo di Gesù Cristo e del suo Vangelo”. (Udienza generale del 25 ottobre 2006)

 
Tutto l’apostolato di Paolo si fonda su quel grido di Gesù: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Il Signore gli fa capire che perseguitare Lui è perseguitare la Chiesa. Per questo Paolo – afferma il Papa - si converte nello stesso tempo a Cristo e alla Chiesa. E affronta mille pericoli, fatiche, persecuzioni, per amore di Cristo e della sua Chiesa, sicuro di non essere mai abbandonato da Dio:

 
“La nostra radicale appartenenza a Cristo e il fatto che ‘siamo in Lui’ deve infonderci un atteggiamento di totale fiducia e di immensa gioia … In definitiva, infatti, dobbiamo esclamare con san Paolo: ‘Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?’ E la risposta è che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Udienza generale dell'8 novembre 2006)







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