Oggi, dunque, la Chiesa festeggia la Conversione di San Paolo. Ripercorriamo quella
straordinaria vicenda con le parole di Benedetto XVI nelle sue catechesi sull’Apostolo
delle Genti, pronunciate nell’autunno del 2006. Il servizio di Sergio Centofanti.
Siamo
agli inizi degli anni ’30 e Saulo di Tarso si dirige verso Damasco a caccia di cristiani.
Qui – come racconta lui stesso – viene “ghermito da Cristo”. Questo incontro gli rivoluziona
totalmente la vita. Ascoltiamo le parole del Papa:
“Paolo,
prima della conversione, non era stato un uomo lontano da Dio e dalla sua Legge. Al
contrario, era un osservante, con una osservanza fedele fino al fanatismo. Nella luce
dell’incontro con Cristo capì, però, che con questo aveva cercato di costruire se
stesso, la sua propria giustizia, e che con tutta questa giustizia era vissuto per
se stesso. Capì che un nuovo orientamento della sua vita era assolutamente necessario”.
(Udienza generale dell'8 novembre 2006)
Paolo
non vive più per se stesso ma per Cristo. Ma questa conversione non è opera sua:
“Si
definisce esplicitamente ‘apostolo per volontà di Dio’, come a sottolineare che la
sua conversione è stata non il risultato di un proseguimento di pensieri, di riflessioni,
ma il frutto di un atto divino, di una imprevedibile grazia divina. Da allora in poi,
tutto ciò che prima aveva costituito per lui un valore, divenne paradossalmente –
secondo le sue parole – ‘perdita’ e ‘spazzatura’, e da quel momento tutte le sue energie
furono poste al servizio esclusivo di Gesù Cristo e del suo Vangelo”. (Udienza generale
del 25 ottobre 2006)
Tutto l’apostolato di Paolo
si fonda su quel grido di Gesù: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Il Signore
gli fa capire che perseguitare Lui è perseguitare la Chiesa. Per questo Paolo – afferma
il Papa - si converte nello stesso tempo a Cristo e alla Chiesa. E affronta mille
pericoli, fatiche, persecuzioni, per amore di Cristo e della sua Chiesa, sicuro di
non essere mai abbandonato da Dio:
“La nostra
radicale appartenenza a Cristo e il fatto che ‘siamo in Lui’ deve infonderci un atteggiamento
di totale fiducia e di immensa gioia … In definitiva, infatti, dobbiamo esclamare
con san Paolo: ‘Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?’ E la risposta è che niente
e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.
(Udienza generale dell'8 novembre 2006)