2008-01-24 14:50:27

L'emergenza educativa nelle parole del Papa: la riflessione del prof. Mario Pollo


“Educare non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile”. E’ quanto scrive il Papa in una Lettera per la Giornata della scuola cattolica della diocesi di Roma, che si è celebrata domenica scorsa. Benedetto XVI affronta la grande “emergenza educativa” del nostro tempo superando le facili accuse degli adulti ai giovani per sottolineare invece le responsabilità degli educatori che spesso oggi rinunciano alla loro missione. Luca Collodi ha intervistato in proposito il prof. Mario Pollo, docente di pedagogia sociale dell’Università Pontificia Salesiana e della LUMSA:RealAudioMP3


R. - Sì, perché i giovani non sono degli alieni arrivati su un’astronave da Marte, ma sono i figli prodotti dalla nostra cultura e dai nostri processi educativi. Quindi, gli adulti sono i primi responsabili della situazione in cui i giovani vivono e credo che ormai da questo punto di vista richiamare la responsabilità degli adulti soprattutto rispetto al ruolo educativo sia fondamentale in un’epoca in cui gli adulti sembrano non assumersi questa responsabilità ma imputando le cose che non vanno esclusivamente alla responsabilità dei giovani, che pure esiste, però non è unica.

 
D. - Secondo lei oggi le famiglie non guardano un po’ troppo alla scuola come parcheggio dei giovani?

 
R. - Direi che guardano alla scuola come guardano alle varie agenzie educative in cui mandano i figli nel corso di una giornata, come un luogo che deve svolgere una funzione parcellizzata molto specifica. Normalmente chiedono alla scuola di dare l’istruzione ma di non turbare gli equilibri della vita dei giovani e tanto è vero che quando la scuola, ad esempio, assume un certo rigore, il genitore normalmente interviene contro gli insegnanti, contro la scuola.

 
D. - Le regole e gli obiettivi che il Papa dice che mancano, si possono costruire attraverso la diffusione di valori spirituali nella scuola?

 
R. – Sì, perché senza valori non si ha educazione e l’essere umano è un essere che ha i piedi nella razionalità critica, che ha una dimensione emotiva, affettiva, profonda ma anche una dimensione spirituale trascendente. L’essere umano, se non porta unità a queste tre componenti, non riesce a sviluppare se stesso. In più la dimensione spirituale trascendente è l’unica che può unificare la vita della persona. Se noi non abbiamo dei valori spirituali, non riusciamo a dare un senso unitario alla nostra vita e se la scuola non propone dei valori spirituali, non propone di andare al di là dei bisogni, dei desideri verso la scoperta di un senso della vita più alto, se la scuola non fa questo non aiuta i giovani a scoprire se stessi, a scoprire, direi, in qualche modo la propria anima.







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