Il cardinale Rigali: la liberalizzazione dell’aborto è incompatibile con la dignità
umana
Migliaia di attivisti dei movimenti pro-vita hanno partecipato martedì a Washington,
all’annuale Marcia per la vita promossa dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti
(USCCB). “Costruisci l’unità sui principi della vita in tutta l’America, senza eccezioni
e senza compromessi!” è stato lo slogan di questa 35.ma edizione svoltasi nell’anniversario
della sentenza “Roe-Wade” che il 22 gennaio 1973 ha liberalizzato l’aborto. La marcia
è stata preceduta dalla tradizionale Veglia di preghiera per la Vita nel Santuario
nazionale dell'Immacolata Concezione. A presiedere la Santa Messa di apertura è stato
il cardinale Justin Rigali, presidente dell’Ufficio per le attività pro-vita della
USCCB. Nell’omelia l’arcivescovo di Philadelphia ha ribadito “l’incompatibilità” della
sentenza della Corte Suprema con la dignità della persona umana: “È una decisione
che non deve, non può stare in piedi e non resterà in piedi”, ha detto tra gli applausi
il porporato. Egli ha quindi esortato i fedeli a dare, ciascuno nel proprio piccolo,
il loro contributo alla battaglia per la vita: “Quando perseguite la santità e usate
i carismi che Dio vi ha donato perché sia fatta la Sua volontà nella vostra vita,
date un potente contributo a quel Regno a cui tutti aspiriamo, dove non ci sarà più
dolore e morte. Certamente non l’aborto, l’eutanasia, il suicidio assistito, gli
embrioni congelati trattati come merce e la distruzione della vita umana in nome della
scienza”. La Veglia di preghiera si è conclusa la mattina alle 6,30 con una liturgia
presieduta dal cardinale Daniel N. Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston. La
giornata di martedì è quindi proseguita con altre manifestazioni e celebrazioni culminate
nella Marcia per la Vita che ha preso il via a mezzogiorno lungo il National Mall
in direzione della Corte Suprema e del Campidoglio. (L.Z.)